100 anni fa nasceva Napoleone Cera

Napoleone Cera, educatore e commendatore della Repubblica, è stato uno dei principali esponenti della Democrazia Cristiana della Provincia di Foggia

La Famiglia

Nacque a San Marco in Lamis (FG), al centro del Gargano, da una nobile ed antica famiglia, quella dei Cera, il 19 settembre 1922, vantando tra i suoi antenati lo scienziato Dott. Fisico Leonardo Cera (San Marco in Lamis, 1791–1848), il quale fu decorato di medaglia d’oro da Ferdinando II° di Borbone, Re di Napoli, per i suoi altissimi meriti scientifici. Il padre di Napoleone Cera, di nome Gennaro, era ingegnere industriale meccanico, nato il 7 novembre 1891 e morto, a seguito di una setticemia, a soli 33 anni il 12 luglio 1926 lasciando vedova sua madre Antonietta Pellicciotti, di professione ostetrica. Il Cera, rimasto orfano insieme ai suoi fratelli Leonardo e Pietro, fu educato prima nel Collegio dei Missionari Comboniani di Troia per un anno e poi, per vari anni, in quello dei Padri Passionisti sparsi in vari località della Puglia dove egli compì i suoi studi ginnasiali e liceali, dopo di che egli rientrò in famiglia.

La Guerra

Aveva quasi venti anni quando fu chiamato alle armi, stante l’Italia in guerra. Si era nel 1942. Il Cera fu assegnato al 225° Fanteria, di stanza a Monopoli (Bari). Poi, passato al 10° Fanteria “Regina”, fu mandato oltremare nel Dodecanneso dove partecipò alle operazioni di guerra. Egli fu prima nell’Isola di Lero e poi di Coo, fino a quando fu reso prigioniero degli inglesi e sbarcato a Bodrum in Turchia e qui internato nella città di Isparta. Da tale città, in seguito, fu trasferito prima in Siria, poi in Palestina e infine nella cittadina di Tel El Kebir, nell’attuale territorio di Gaza, al confine con l’Egitto. Per ultimo malato di piaghe tropicali, fu rimpatriato e sbarcato a Taranto il 12 novembre 1945 e mandato poi in congedo illimitato il 15 luglio 1946, dopo essere stato decorato di Croce al Merito di Guerra.

La Professione

Al rientro dalla prigionia, egli conseguì nel 1946 a Foggia il diploma magistrale col quale, per concorso, conquistò l’ammissione alla Facoltà di Magistero della Università di Roma che frequentò fino all’autunno del 1948 quando vinse il Concorso Magistrale. Gli fu assegnata, come prima sede, la Scuola Elementare di San Nicandro Garganico da dove, l’anno successivo, fu trasferito definitivamente a quella di San Marco in Lamis, dove restò fino alla pensione nell’autunno del 1978, tranne che per alcuni anni, quando fu costretto a trasferirsi a Foggia per gravi motivi di salute. Nel 1948 sposò Michelina Zurlo, dalla quale ebbe cinque figli: Gennaro, Angelo, Leonardo, Maria Antonietta e Massimo Pio. Successivamente, dopo la morte della moglie, si risposò nel 1982 con la Signorina Carolina D’Augello.

L’Operato

Ma al di là della scuola, in cui egli profuse tutto il suo impegno per oltre trent’anni tanto da vincere due concorsi interni per merito distinto, c’è da dire che molte e varie furono le attività politiche e sociali svolte dal Cera, quasi sempre disinteressatamente, a beneficio della collettività sammarchese. Infatti egli dal 5 giugno 1979 fino al 31 marzo 1981 fu consigliere nell’Amministrazione dell’Ospedale Civile “Umberto I” di San Marco in Lamis. Fu segretario delle ACLI locali e del Sindacato dei Maestri Elementari i quali, all’atto del suo collocamento a riposo, gli diedero una medaglia d’oro. Diresse l’Associazione dei Maestri Cattolici e fu attivista della Pontificia Assistenza agli operai nei tanti cantieri di lavoro. Fu il primo segretario politico e organizzativo della locale sezione della Democrazia Cristiana la quale diresse per molti anni. Inoltre egli fu più volte Consigliere Comunale per conto della Democrazia Cristiana, stando o in minoranza o in maggioranza. Nell’Amministrazione Comunale di San Marco, quella col Sindaco l’Avv. Giuseppe Tardio, egli fu oltre che consigliere anche Assessore all’Anagrafe e Stato Civile e, per la prima volta a San Marco, anche Assessore Effettivo alla Pubblica Istruzione. Fu Sindaco di San Marco in Lamis una prima volta dal 31 gennaio 1969 al 24 agosto 1971 e la seconda dal 10 settembre 1985 al 29 maggio 1986. Il Cera fu anche Consigliere Provinciale di Foggia essendo stato eletto a questa carica dal settembre del 1971 fino al 5 maggio del 1976. In quelle elezioni egli fu votato quasi in forma plebiscitaria da risultare, in assoluto, il primo dei 30 consiglieri eletti di tutti i partiti politici in gara, sicché gli fu data, per tutti i cinque anni, la carica di Assessore Effettivo con la delega al Bilancio, alle Finanze, all’Economato e alla Programmazione. Durante le due esperienze da Sindaco e quella di Assessore Provinciale Napoleone Cera ebbe modo di servire veramente San Marco, il suo paese. A molte realizzazioni, infatti, egli ha legato il suo nome e ancora oggi, dopo tanti anni, la gente lo ricorda con affetto e gratitudine. E vale la pena ricordarne alcune. Creò nell’organico del personale del Comune il posto di bibliotecario con lo svolgimento del primo concorso al posto di Direttore, di cui fu il Presidente della Commissione d’esame. Nello stesso tempo fece costruire il gioiello della Biblioteca Comunale che oggi è il vanto della città. Rilanciò le tradizioni e il folclore sammarchesi con la creazione delle manifestazioni del Carnevaletto, delle Feste Patronali di San Marco Evangelista e di San Matteo, del Natale del Povero. Ripristinò la Processione delle Fracchie, dopo che era stata cancellata dalla Prefettura a causa di un evento increscioso. Fece costruire una Scuola Elementare di quartiere, quella dedicata a San Domenico Savio. Collaborò col defunto Mons. Don Matteo Nardella per la realizzazione della nuova Chiesa di San Bernardino. Contrasse i mutui per completare l’Ospedale Civile. Diede a San Marco un nuovo macello e un mercato coperto, compreso quello del pesce. Fece sistemare il campo sportivo dotandolo di spogliatoi. In più egli resse da Presidente la locale Associazione Sportiva di Calcio, la “Virtus”, che portò alla conquista del Campionato Pugliese Dilettanti di 2° Categoria nel 1971. Dotò San Marco di una seconda Scuola Media, quella conosciuta come la Scuola di San Bernardino. Nel tempo costruì per il Liceo Classico “Giannone” la palestra e, quando divenne Assessore Provinciale, fece assegnare a San Marco la sede del Liceo Scientifico che oggi serve anche le vicine San Giovanni Rotondo e Rignano Garganico. Inoltre fornì tutti i quartieri dell’abitato di rete idrica e fognante e, affinché tutti avessero l’acqua potabile, fece installare dall’Acquedotto Pugliese 13 fontanelle pubbliche. Sistemò e trasformò moltissime strade dell’abitato, dotando il suo centro di una elegante ed artistica fontana. Per ultimo c’è da dire che egli fu il primo Sindaco a trasformare Borgo Celano dal punto di vista turistico. Egli ne sistemò le strade interne, gli diede una rete d’acqua potabile, fino ad allora assente e ne trasformò e aumentò quella della luce. Per ultimo istituì la Sagra di Borgo Celano che veniva e viene ancora oggi celebrata il 16 agosto di ogni anno.

La Riconoscenza

Ora, la riprova della tanta onesta operosità disinteressata del Cera è nelle tre commende al Merito della Repubblica data a lui, in tempi diversi, da tre Presidenti del nostro Stato. La prima, quella di Cavaliere, gliela conferì l’On. Cesare Merzagora, succeduto all’On. Antonio Segni e controfirmata dal Capo del Governo l’On. Aldo Moro il 19 settembre 1964. La seconda, quella di Cavaliere Ufficiale, gli venne conferita il 27 dicembre 1969 dall’On. Giuseppe Saragat e controfirmata dal Capo del Governo l’On. Mariano Rumor. Mentre la terza, per ordine di tempo e di importanza, quella di Commendatore della Repubblica Italiana, fu l’On. Giovanni Leone a dargliela il 2 giugno 1972 e controfirmata dal Capo del Governo l’On. Giulio Andreotti.

L’ultimo saluto

Lunedì 14 marzo 2011, circondato dall’affetto di tutta la sua famiglia, muore all’età di 89 anni. Qualche giorno prima, a riprova del suo forte attaccamento verso la comunità sammarchese, scrisse di suo pugno le ultime parole con le quali chiese di essere ricordato per sempre: “Educatore e Commendatore della Repubblica, che resti sempre vivo nel ricordo dei suoi Concittadini che servì sempre con grande amore”.

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