Serata piena per la presentazione del v. Lux vicit-Carmina Latina , svoltasi ieri sera nell’Auditorium della Biblioteca Comunale, a San Marco in Lamis. Si tratta del primo volume post ictum di Joseph Tusiani, che torna nella sua città natale per la seconda volta, dopo la ripubblicazione e presentazione del v. Dante in Licenza, presentato e recitato in pompa magna (voce di Luigi Caiafa) nella Sala Teatro del Giannone, entrambi editi per i tipi di Levante, in Bari.
Il volume odierno è stato curato da Emilio Bandiera, docente dell’Università di Lecce, considerato uno dei massimi studiosi e conoscitori della sua “ars latina”, come d’altronde lo è stato per le opere precedenti sullo stesso tema (si veda anche il suo saggio contenuto in Two Languages, Two Lands, pubblicato a seguito del convegno del 14 e 15 maggio 1999, che vide la partecipazione di tutti gli studiosi di Tusiani) L’ictus, che ha colpito l’insigne letterato il 6 febbraio 2014 nella sua abitazione di Manathann (New York), superato dopo qualche mese, anziché abbatterlo psicologicamente ha acceso in lui un’ insopprimibile voglia di scrivere. La stessa che lo tiene in vita, come sangue nelle vene, l’ha portato ad una nuova ed eterna giovinezza (parole dello storico Michele Galante), significata da tantissime altre composizioni nelle lingue da lui praticate (Italiano, Inglese, latino e dialetto sammarchese). Pensate che qualche anno fa ne aveva partorito centinaia e centinaia raccolte in un volume di circa 1800 pp., sottoposte al consulto di Cosma Siani per una prefazione. Quest’ultima, fu scritta, ma il libro, data la prolissa voluminosità non è stato ancora pubblicato. Forse ci penseranno le future generazioni a farlo e ad interpretare i reconditi messaggi della sua calorosa umanità e sentimento, ci ha scherzato su il prefatore. Quindi, si è soffermato a lungo sul libro in parola, sottolineando l’armoniosità del ritmo metrico latino, quasi musica, per gli orecchi dei presenti, che ne hanno seguito la lettura con viva attenzione. Nel solo 2014 sono state dodici le liriche latine composte, quasi tutte significative della sua nuova linfa creativa e sommamente perfette sul piano formale. Del valore di Tusiani ‘latinista’, tutti oggi concorrono a giudicarlo come uno, se non l’unico letterato neolatino tra i più importanti del pianeta. Ad accorgersi per primo di questa sua naturale predisposizione è stato un sammarchese. Il riferimento è al poeta e saggista, Michele Coco, docente di lungo corso e preside del locale Liceo Classico. Ciò accade nel 1976, quando l’interessato mette nero su bianco il suo ardito giudizio, quando si è ancora alle prime opere pubblicate dell’insigne autore italoamericano. Sono parole di Siani, che mette in luce tutta la sua esperta affabulazione di docente universitario di lungo corso a Tor Vergata (Roma), ma soprattutto il suo noto acume critico che non ha pari sulle cose di Tusiani, specie in quelle anglofone. Raffaele Cera, preside ed estimatore della prima ora del medesimo personaggio, ha messo in luce, invece, la di lui irrequietezza nell’inseguire la sua fame di sapere e di sentire “nuove terre ed obiettivi”. Per cui è difficile individuare la continuità-discontinuità di ciascuna composizione. A porgere il saluto istituzionale ci ha pensato, poco prima, il sindaco Michele Merla, che si è detto felicissimo per questa ennesima manifestazione culturale su un personaggio che ha dato tanto lustro alla città con le sue universali opere ed attaccamento. Presente in sala anche il consigliere delegato al ramo, Meriligia Nardella.
Antonio Del Vecchio