di Mario Ciro CIAVARELLA AURELIO
È stato uno strano Carnevale, questo del 2020. Se molti erano in maschera, altri hanno preferito la mascherina, quella per non essere infettati. Da un nemico invisibile, che nessuno riesce a vedere ad occhio nudo, ma solo con i microscopi. E una volta visto, tramite strumenti ottici, tutti cerchiamo di non vederlo da troppo vicino con i nostri occhi. O meglio, con il nostro organismo.
Pochi contatti fisici anche tra gente che si conosce, e poi bisogna aspettare. Non sappiamo ancora bene cosa, ma aspettare. E nemmeno per quanto tempo dobbiamo attendere tra un abbraccio e un altro. Soprattutto al Nord, dove il virus di Carnevale (chiamiamolo così) è arrivato dalla Cina. Leggendo i libri di storia, l’umanità è stata da sempre funestata da fatti tragici, provocati da guerre e anche da epidemie. Si leggono che in pochi anni la peste nera del 1347, anche questa giunta dalla Cina!!!, abbia dimezzato un terzo dell’Europa!!
L’influenza definita “Spagnola” in piena prima guerra mondiale ha ucciso quasi cento milioni di persone (il 4% della popolazione del pianeta), ed ora, tra corsi e ricorsi storici, dobbiamo stare attenti che tutto ciò non si ripeta. E non si ripeterà: il progresso della scienza e della tecnica ci viene in aiuto!
Le maschere di Carnevale hanno anche la loro utilità (come le mascherine), non solo per non farci riconoscere dagli altri, ma anche per scacciare i fattori negativi che circondano le nostre vite. Come i mascheroni che venivano posti sui portoni di alcuni ingressi di gente di un “certo rilievo”.
Non farsi riconoscere: è sintomo di disassociazione dal mondo, o fare ciò che legalmente non è possibile. E a Carnevale tutto ciò che è “la regola” viene messo in discussione, per pochi giorni, ed è giusto così. C’è gente che si fa “giustizia” da sola in quei giorni. Come se un “virus illegale” avesse preso possesso della sua mente: il virus del giustiziere mascherato. Dove la legge non ci arriva, ci arriva Carnevale!
Il Coronavirus sembra un virus mascherato: non vuole farsi riconoscere, c’è ma non si vede. Vuole farci visita per vedere, forse, fin dove arriva la “costituzione fisica” degli uomini. E per dire ai suoi simili: “Gli umani possono competere con noi fino ad un certo punto, poi perdono. E se non perdono, vincono loro. Bisogna solo aspettare per vedere quale sia la maschera che ha più durata: quella umana o quella del resto che vive su questa terra”.