Parco del Gargano, i sindaci marciano su Roma: “Il ministero deve dare l’ok alle nomine del Consiglio Direttivo”

“Basta ritardi. Pronti ad incontrare cingolani. sono due anni che aspettiamo”

di Francesco Trotta

Sindaci del Gargano sul “piede di guerra” e pronti a “marciare su Roma” sulle mancate nomine del consiglio direttivo dell’ente Parco nazionale del Gargano attese da quasi due anni e non ancora pervenute dal Ministero della Transizione Ecologica: “Incontreremo il Direttore Generale del Ministero e se possibile il Ministro Cingolani o uno dei due sottosegretari” minacciano unanimi. Lo scopo? Sollecitare i burocrati ministeriali a chiudere l’iter e ratificare le nomine dei quattro sindaci designati dalla Comunità del Parco. Iter che Roma si ostina a non voler chiudere. Sono esasperati i sindaci dalle lungaggini burocratiche e incavolati per via del tempo finora trascorso a vuoto. Hanno così deciso di portarsi domani (o al massimo entro la fine della settimana) nella capitale, in viale Cristoforo Colombo presso la sede del Mite per sollecitare la burocrazia ministeriale a “fare presto”. “Roma deve sbrigarsi” è il monito. La decisione di intraprendere la trasferta romana – anche nel tentativo di ritrovare il feeling perduto – è scaturita ieri, quando sempre nell’ottica di accelerare i tempi, una delegazione dei 18 sindaci dell’area protetta – formata da Michele Crisetti sindaco di Sn Giovanni Rotondo, Pierpaolo d’Arienzo sindaco di Monte Sant’Angelo, Michele Sementino sindaco di Vico del Gargano, Rocco di Brina sindaco di Carpino, Matteo Vocale sindaco di San Nicandro Garganico, Michele Bisceglia sindaco di Mattinata, Michele Merla sindaco di San Marco in Lamis, Giuseppe D’Onofrio sindaco di Serracapriola ed il sindaco di Lesina Primiano Leonardo Di Mauro – si è confrontata in streaming con diversi parlamentari grillini (c’erano Maria Luisa Faro, Mario Furore ed altri). Incontro chiesto dai sindaci e dal presidente della Comunità del Parco Rocco Di Brina. Alla fine si è convenuto all’unanimità di effettuare i dovuti solleciti al ministero di viale Cristoforo Colombo a Roma. Dovrebbe così aver imboccato l’ultimo chilometro il braccio di ferro tra Monte Sant’Angelo e Roma che tra rimpalli e ritardi va avanti da quasi un biennio. Infatti come si ricorderà risale a 15 mesi fa, per la precisione al 21 dicembre 2020, la designazione dei quattro sindaci rispondenti ai nomi di Michele Merla, sindaco di San Marco in Lamis; Michele Sementino, collega di Vico del Gargano; Luigi di Fiore di Rignano Garganico (poi sostituito a dicembre 2021 da Alessandra Matarante delegata del sindaco di Lesina per la parità di genere) e Claudio Costanzucci di Cagnano Varano, anche quest’ultimo successivamente sostituito, a gennaio 2021, da Rossella Falcone, vice sindaca di Vieste con delega al Turismo, sempre in osservanza della parità di genere in Consiglio. Nel frattempo -da ben 21 mesi – a Monte Sant’Angelo, suo malgrado, Pasquale Pazienza, il prof universitario in carica alla presidenza dal 7 agosto 2019, è costretto a fare “l’uomo solo al comando”. Oltre ai 4 sindaci, il consiglio direttivo del Parco prevede altre 4 figure, espressione ognuna 1) delle associazioni ambientaliste, 2) del ministero ex Ambiente, 3) delle Politiche Agricole e 4) dell’Ispra.

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