Rignano, alla vigilia della sua nascita
Sulle tracce dell’esistenza ed origine del paese nei tempi anteriori all’anno Mille, si torna di nuovo a discutere, a Rignano Garganico. Ecco in sintesi i risultati a cui si è pervenuti, compresi i dubbi, già ripresi in una recente pubblicazione.
Dell’età pre-romana e delle grandi immigrazioni-migrazioni nulla sappiamo, né è emerso nella nostra zona qualche riferimento archeologico. C’è abbastanza buio anche per quanto concerne l’età romana, pure se lo studio aero-fotogrammetrico ha dato risultati positivi, per quanto riguarda l’assetto viario in pianura, con l’individuazione di alcune masserie e la suddivisione degli appezzamenti di terreno (Villanova-Ciccallento).
In questa epoca sicuramente sul cocuzzolo ci doveva essere qualcosa, se è vero che il toponimo Rignano deriva dal composto latino Ara Iani (Altare di Giano). Molti autori e storici danno per scontata la veridicità di tale supposizione, confutata in questi ultimi tempi dalla scoperta, nel corso di lavori di scavo a coltura, di tombe romane nelle contrade di Pescorosso-Piccirilli.
È di tempi più vicini a noi il ritrovamento di un cippo funerario (cm. 110 x 60) nella masseria “D’Angelo” in località Villanova. Eccone testo e traduzione: “ALIS…(mancano 10 cm. di pietra)…(P)ATER (E)T ISI/AS MATER (cuoricino=Hedera Distinguens) FILIO FECE/RUNT BENEMERENTI QUI/VIX (IT) AN (NIS) VIIII ME(NSIBUS) XI D (IEBUS) = Il padre…Alis e la madre Isias fecero al figlio benemerente che visse 9 anni, 11 mesi e 8 giorni”.
La piccola foglia di Hedera Distinguens incisa a margine del terzo rigo è un simbolo usato dagli scultori in epoca imperiale, da Nerone (68 d.C.) in poi, per separare le parole. Da qui la supposizione che il cippo risalirebbe al I-II secolo dopo Cristo. C’è di più. Testo e traduzione sono stati saggiati via Web dai seguenti studiosi e docenti universitari Kayoko Tabata (Giappone); Horst Enzemberger (Germania); Sophie Jacquet (Francia), Valeria Tomba e Michela Contessa (Puglia); Manuela Merlo (Roma); Andrea ed Elvira (Cagliari). Attorno, dunque, a questo tempio di Giano sorto lassù in collina si sarebbero rifugiati gli scampati della distrutta Arpi e avrebbero dato vita all’abitato di Rignano. (Antonio DEL VECCHIO)