Qualità della vita, la provincia di Foggia precipita al 102esimo posto

Nell’edizione 2019, sono state incluse informazioni statistiche più dettagliate sul tenore di vita; la dimensione servizi finanziari e scolastici è stata sostituita da quella «istruzione, formazione e capitale umano»; sono stati individuati nuovi «cluster» di analisi che hanno dato vita a cinque raggruppamenti di province omogenei in cui è possibile riscontrare caratteristiche simili. Non una Italia, dunque, e nemmeno due, ma ben cinque.

Trento reginetta d’Italia per la qualità della vita nel 2019. La provincia autonoma, eccellenza per gli affari e il lavoro, l’ambiente, l’istruzione e la formazione, il tempo libero e il turismo, svetta nella classifica annuale di ItaliaOggi e Università La Sapienza di Roma, in collaborazione con Cattolica Assicurazioni, giunta alla sua ventunesima edizione. Un primato, quello di Trento, che ricalca un successo ormai consolidato negli anni. Agli antipodi, Agrigento: caso paradigmatico di realtà del Sud con problemi strutturali atavici irrisolti, figura nell’ultimo posto della classifica, quest’anno relativa a 107 province, non più a 110 (quelle sarde si sono ridotte da otto a cinque). Agrigento è risultata carente quasi sotto tutti gli aspetti e le dimensioni della qualità della vita (dagli affari e lavoro fino al tenore di vita) fatta eccezione per la dimensione demografica e per la sicurezza.

La provincia di Foggia si piazza poco più su, ultima in Puglia e al 102esimo posto in Italia (15 posti in meno rispetto al rapporto 2018). Gli indicatori presi in esame, è bene ricordarlo, riguardano tutti i 61 comuni della Capitanata, San Marco in Lamis compreso. Incidono pesantemente la disoccupazione e un livello molto basso di ricchezza e consumi. Anche su ambiente e servizi, la provincia di Foggia è tra le ultime d’Italia. Pessimi anche i dati relativi alla sicurezza.
Per incontrare le prime province del Sud bisogna scorrere la classifica fino ad arrivare al 69° e al 70° posto, dove compaiono le lucane Potenza e Matera. La prima in Puglia è Lecce (81° posto).

Nel Mezzogiorno e nelle Isole, il «buon vivere» è ancora un miraggio: in 35 province su 38 la qualità della vita è risultata scarsa o insufficiente (nelle rimanenti tre è accettabile). Il che significa, in termini di popolazione, che il 44% degli italiani vive con una qualità di vita insoddisfacente. Al contrario, nel Nordest, in 22 province su 22 la qualità della vita è buona o accettabile, in nessuna scarsa o insufficiente. Nel Nordovest, la qualità è buona o accettabile in 23 su 25 province (solo in due scarsa).
Nell’Italia Centrale si registra una situazione stabile: in 14 su 22 la qualità della vita nel 2019 è accettabile.


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