Un film, una storia: “Onora il padre e la madre”

Dalla Bibbia al Codice Hammurabi il passo è brevissimo!! Il quarto comandamento che ci ricorda di onorare e servire i nostri genitori, viene infranto in pochi secondi da un padre che uccide il figlio! Motivo: il figlio ha fatto uccidere la madre (per sbaglio), d’accordo con il fratello, complici in una rapina finita male nella gioielleria della madre. “Effetto Fargo” potremmo dire, se vogliamo fare un paragone tra questo film e quello dei fratelli Coen.

“Onora il padre e la madre” (2007) di Sidney Lumet, con uno stratosferico Philip Seymour Hoffman. I due fratelli hanno urgentemente bisogno di soldi, non solo per problemi finanziari, ma anche famigliari, cosa c’è di più semplice che rapinare la gioielleria di famiglia? Gli eventi in casi come questi precipitano: la madre viene uccisa da un complice dei due fratelli che cercano in tutti i modi di sfuggire alla giustizia.  

E allora perché il titolo del film è quello? Cosa c’entra tutta questa storia nell’onorare i genitori se poi il genitore superstite uccide uno dei due figli assassini applicando la legge del taglione, occhio per occhio, dente per dente?? (bella domanda). Il mistero è tutto nel titolo originale (non capisco perché si possano riadattare i titoli dei film stranieri in modo “locale”) è: (udite, udite!!) “Che tu possa arrivare in paradiso mezz’ora prima che il diavolo si accorga che sei morto”.  Detto questo il mistero si infittisce.

Quindi, con il titolo in italiano tutta la storia del padre vendicatore, della madre assassinata e di figli traditori, il film non ha motivo di esistere. E allora ricominciamo da zero considerando il titolo in originale del film: il paradiso accoglie di norma i buoni, ma dio che è grande e misericordioso potrebbe distrarsi anche un solo attimo, e non accorgersi che c’è un intruso che ha assassinato la madre.

Se questo accadesse dovrebbe esserci anche un’altra distrazione necessaria: quella del demonio. Due distrazioni che potrebbero far redimere (non sappiamo in che modo) l’anima dannata di un assassino. Arrivare un po’ prima del previsto in paradiso è come dire prima del tempo, suicidio? Ma non c’è nessun suicido nel film. Facciamo così: diciamo che il figlio che ha fatto uccidere la madre e poi vendicata dal marito, ha cercato di entrare prima in Altrove, ma non sappiamo se c’è riuscito.

Ci vorrebbe un sequel del film per sapere se il figlio matricida sia riuscito a passare a miglior vita salvandosi l’anima. Non lo sappiamo, ma sappiamo sicuramente che il film è straordinario, al di là sia del titolo originale che di quello italiano adattato per il nostro mercato.

Abbiamo una sola certezza in questa storia: la disperazione ci mette a dura prova, non pensando minimamente a chi si ha di fronte: padre o madre che sia (in casi estremi!!) Siamo umani e non pensiamo a volte a cosa potremmo andare incontro dopo gli errori commessi. Errori che a volte non ci sembrano tali. Ma solo dei dettagli.

Mario Ciro CIAVARELLA AURELIO

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