“Just for fun”, i Monoreddito ai tempi del Coronavirus

Il CD raccoglie undici cover di brani famosi dei sessanta e settanta

di Luigi Ciavarella

Nonostante i tempi difficili ma forse proprio per questo ecco che la formazione vintage dei Monoreddito ci propone un CD dal titolo invitante “Just For Fun”, soltanto per divertimento, comunicandoci da subito non soltanto la bellezza smisurata di questi brani d’epoca rimasti nel cuore e nella mente di intere generazioni, ma anche la voglia di ricominciare contribuendo a spargere una nota di ottimismo in un momento in cui, causa covid, ce n’è davvero tanto bisogno.

Sono undici covers che attraversano uno spazio temporale che guarda ai sessanta e ai settanta – come è loro costume – in un’epoca nella quale certe canzoni, soprattutto “lanciate” in prossimità dell’estate, godevano di un successo incredibile tra i giovani.

Si tratta senza dubbio di canzoni senza tempo che sembrano volerci travolgere emotivamente sin dalle prime battute, eterogee nella scelta, che provengono da un passato impossibile da dimenticare in cui ciascuna traccia evoca in noi una tempesta di ricordi.

Grazie a questo lavoro, peraltro magnificamente prodotto e arrangiato con grande rispetto verso i motivi originali, – anzi alcune versioni risultano persino migliori – oggi possiamo assaporare ogni profumo di quel periodo attraverso questa raccolta di undici perle che verosimilmente mettono in risalto il meglio di quegli anni favolosi che sono stati i sessanta e parte anche dei settanta.

Apre la rassegna E la pioggia che va, il famoso brano dei Rokes e prosegue con L’isola di Wight, nella versione classica dei Dik Dik, brani in cui la chitarra distorta di Angelo Parisi fa da contraltare alla voce ispirata di Luigi Nardella e agli arrangiamenti superlativi di Domenico La Sala alle tastiere, contando sempre sugli intrecci ritmici di Giuseppe Bonfitto e Nicola Tenace, basso e batteria dell’ensemble. Dopo una Nel sole che rimanda alla bella stagione, ecco che Amico di ieri, il brano delle Orme, riprende il suono più vicino al loro gusti, dove la band sembra più a suo agio. Quindi un tris di canzoni davvero stupefacenti quali sono Casa mia (di cui conservo personali ricordi che mi tagliano il respiro),Concerto, degli Alunni del Sole e, dulcis in fondo, Così ti amo, la quintessenza dei sixties proveniente in origine dalla fertile penna dei Bee Gees, rivisto con trasporto dai Califfi.

Con Gli occhi verdi dell’amore dei Profeti, – vera gemma d’annata – anche questa dai toni evocativi -, si continua con un brano dei Pooh, Il cielo è blu sopra le nuvole, che riporta la barra nei settanta, concludendo il tutto con Paese del nostro Nicola Di Bari e La Compagnia di Lucio Battisti, una tra le versioni più belle e suggestiva dell’intera compilation.

Mancano le loro prove più impegnative, quelle di taglio più progressivo come per esempio Impressioni di Settembre, Collage o Parsifal, che troveranno sicuramente posto, insieme alle cover di questo CD e a tanti altri ancora del loro repertorio, nelle loro tradizionali performance, se la legge crudele del coronavirus ovviamente lo consentirà.

Noi ci crediamo e facciamo loro tanti complimenti.

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