Il Tar conferma: liste PD e Lega escluse dalle elezioni provinciali. Si dimette Lia Azzarone

Lia Azzarone si dimette da segretario provinciale del PD di Capitanata: “Scelta dolorosa e inevitabile dopo la ricusazione della lista per le Provinciali”. I dirigenti del partito probabilmente si appelleranno al Consiglio di Stato

Il Tar della Puglia ha respinto il ricorso presentato dai candidati PD al consiglio provinciale. Una decisione, quella adottata dal giudice Orazio Ciliberti (già sindaco Pd del comune di Foggia), che ha come conseguenza l’esclusione della lista dalla competizione elettorale per la conquista di qualche poltrona nella massima assise di Palazzo Dogana. Lista nella quale militava anche la consigliera comunale di San Marco in Lamis, Loredana Leggieri, eletta nella lista civica del sindaco Michele Merla (Per San Marco).

Tutto inizia venerdì scorso, 14 gennaio, quando «L’Ufficio elettorale della Provincia di Foggia, ha deliberato  – si legge nella sentenza – di non ammettere alle consultazioni la lista del “Partito Democratico” in questione, avendo rilevato la nullità delle dichiarazioni di accettazione delle candidature e le sottoscrizioni dei presentatori della lista, risultando le stesse autenticate dal  sig. Presutto, nella qualità di consigliere comunale di Serracapriola, ma al di fuori del territorio del Comune stesso». Una leggerezza che ha avuto come risultato la nullità dell’atto e che avrebbe mandato su tutte le furie il vicepresidente e assessore al Bilancio della Regione Puglia Raffaele Piemontese.

Dopo lo sbigottimento iniziale i dirigenti del partito democratico e i candidati alle provinciali avevano presentato ricorso affidandosi al noto legale amministrativista Nino Matassa, ritenendo che si trattasse «di una irregolarità e non di nullità e che per questo non si può escludere la più grande comunità politica di Capitanata dalla competizione elettorale».

Di diverso avviso i magistrati amministrativi che, rifacendosi ad una recente pronuncia del consiglio di Stato, hanno ribadito «l’inefficacia dell’autenticazione della sottoscrizione effettuata al di fuori del territorio di competenza» tanto da confermare la tesi dell’Ufficio elettorale della Provincia di Foggia e respingere così il ricorso.

Un errore formale, quello commesso dai dirigenti del partito, che poco fa ha provocato le dimissioni di Lia Azzarone, segretaria provinciale del PD.

«Rappresentare la comunità politica del Partito Democratico della Capitanata è un grande onore da cui derivano grandi responsabilità, che avverto tutte e per intero all’indomani della ricusazione della lista dei candidati alle prossime elezioni per il rinnovo del Consiglio provinciale a causa di un “cavillo” formale nell’autenticazione delle firme di consiglieri comunali candidati al consiglio provinciale.  Per tale motivo ho deciso di assumermi personalmente tutte le responsabilità dell’errore formale che pregiudica un lavoro politico di qualità nella composizione della lista, che sarebbe sfociato in un risultato elettorale sicuramente vincente e di rilievo.

Quella di Foggia era l’unica federazione pugliese che aveva deciso, forte dell’ampio numero di amministratori locali di area democratica, di presentare una lista con il simbolo del Partito Democratico. Inevitabile, perciò, per me, rassegnare le dimissioni dalla funzione di segretario provinciale per responsabilità oggettiva di quanto accaduto, volontà che, a seguito della pronuncia del TAR, ho già comunicato ieri sera al segretario regionale Marco Lacarra e ai vertici nazionali.

È una scelta dolorosa compiuta per rispetto della più grande comunità politica della provincia di Foggia, di tanti militanti e dirigenti, amministratori e rappresentanti istituzionali che ogni giorno mettono il loro impegno per il miglioramento delle nostre comunità. Ringrazio di cuore tutti loro per il sostegno politico accordatomi in questi anni e per la vicinanza umana manifestatami in questi ultimi, burrascosi giorni», è l’amara conclusione di Azzarone.

Esclusa dalla corsa a Palazzo Dogana anche la lista della Lega “Impegno per la Capitanata”, che contava 7 candidati. Tutto ciò, secondo l’ufficio elettorale, perché le dichiarazioni di accettazione della candidatura di due consiglieri comunali “non risultano regolarmente autenticate”. Per questo “la cancellazione dalla lista dei due citati consiglieri ha come conseguenza la riduzione del numero dei candidati al di sotto del numero prescritto, per cui la stessa deve essere ricusata”.

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