Transazione “Opera Pia”, ancora un appello dell’ex sindaco Giuseppe Soccio

Il tutto “per evitare un eventuale danno ingiusto per il Comune (e i cittadini) di € 205.000,00”.

Il preside Giuseppe Soccio, già sindaco del nostro Comune, ha fatto pervenire alla Redazione, dopo la lettera aperta di due giorni fa, un ulteriore ed accorato appello al Sindaco ed ai Consiglieri Comunali, perché sia rinviata la discussione dell’accapo all’O.d.G. della seduta del Consiglio Comunale previsto per domani 3 marzo, riguardante la transazione con la Fondazione Gravina, per approfondire meglio l’argomento.

Questo il testo dell’appello:

Egr. sig. Sindaco, gent.mi Consiglieri Comunali,

mi permetto di insistere per il rinvio dell’accapo riguardante la transazione, del valore di € 205.000,00, con la “Fondazione Opera Pia Gravina” perché ho acquisito ed esaminato nuova documentazione che conferma i miei dubbi circa la correttezza di quanto, sicuramente in buona fede, operato dall’’OSL, a cui, secondo il mio modesto parere, non è stata prospettata la questione nei giusti termini.

Infatti, se si legge la relazione (prot. 011475 del 07.09.2012) che il Responsabile del Settore Urbanistica e LL.PP. del Comune ha indirizzato al Presidente del C.d.A. della Fondazione (che allego in copia) risultano ben chiari tutti i termini della questione, compreso il valore dei terreni. Soprattutto, risulta ben chiara la volontà del Comune di addivenire ad una soluzione equa della questione, mentre, al contrario, risulta la pretestuosità e l’infondatezza delle pretese della controparte.

L’unico errore commesso dal Comune è stato quello del provvedimento di acquisizione sanante del suolo che, anziché essere adottato dal Consiglio, è stato adottato dal Responsabile di Settore.

Questo errore è stato preso a pretesto dalla controparte per chiedere, oltre che l’annullamento dell’atto, anche la restituzione del suolo con la riduzione in pristino (cioè la demolizione degli alloggi delle cooperative).

A me non sembra un comportamento improntato a lealtà, poiché dal documento risulta benissimo che la Fondazione era a conoscenza dell’obbligo di cessione gratuita del suolo per beneficiare dall’aumento dell’indice di edificabilità, tanto è vero che il tecnico comunale prospetta anche la necessità di “ridurre la volumetria assegnata alla Fondazione in relazione ai suoli ricadenti nel Comparto C Starale in fase di completamento, in proporzione ai suoli che era obbligata a cedere gratuitamente in virtù dell’approvazione della Variante al P.d.F. e mai ceduti”.

Inoltre, anche leggendo la sentenza del TAR n. 01343/2018 (che pure allego in copia), la stessa che compare nell’elenco dei debiti esclusi dall’OSL e che rigetta la pretesa risarcitoria di € 1.718.465,00 avanzata dalla Fondazione, si comprende benissimo che la Fondazione era a conoscenza di tutti gli atti riguardanti la concessione dei suoli alle cooperative che dovevano pervenire gratuitamente al Comune.

Insomma, la Fondazione ha attivamente concorso al ritardo del completamento delle procedure acquisitive e, almeno per me, questo avrebbe dovuto essere considerato nella transazione.

Non voglio rivangare sempre il passato. Del caso della duplicazione dell’indennità di esproprio per la mancata comunicazione alla CEDU dell’avvenuto pagamento già disposto dai tribunali italiani ho già parlato troppe volte e non è giusto, nei confronti degli interessati, parlarne ancora. Ma, sono costretto a fare questo esempio perché anche allora il sindaco e la giunta dell’epoca non vollero ascoltarmi ed i fatti, poi, mi hanno dato ragione. Anche allora ci furono clamorosi errori da parte del Comune.

Ripeto, io non posseggo la verità, ma, come si vede, la questione è complessa e, pertanto, merita il dovuto approfondimento.

Dopo questo appello, non importunerò più nessuno. Mi limiterò a prendere atto della volontà o meno di agire con trasparenza e con cognizione di causa da parte del Consiglio Comunale. Vorrà dire che sono io a sbagliare.

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