Suolo caserma Carabinieri, 50mila euro di spese legali
Questi soldi dei cittadini potevano essere risparmiati e spesi per ben altre utilità
La sentenza n. 00635/2021 del TAR Puglia costituisce un punto fermo nella vicenda che va avanti dal 1974 e che riguarda il suolo su cui è stata costruita la Caserma dei Carabinieri.
L’area su cui è stata costruita la Caserma è inserita nel Piano Quadro “La Piscopia” tra quelle destinate alle attrezzature collettive.
Per tali aree il Coordinatore del Settore Urbanistico Regionale nella nota n. 965 del 14.19.1975 aveva sottolineato che bisognava utilizzare lo schema di convenzione adottato con delibera della G. M. n. 2572 del 27.03.1974, integrato e modificato come segue:
omissis …
- a) Dopo l’art. 5 si aggiunge il seguente art. 5 bis:
- b) “I proprietari in relazione all’art. 8 della legge 06.08.1967 n. 765 si obbligano per sé e per gli aventi diritto a cedere gratuitamente le aree destinate alle attrezzature collettive”.
In altri termini, la Regione raccomandava di inserire nella convenzione urbanistica la cessione gratuita dell’area. Raccomandazione, però, che è stata ignorata dal Comune e la cessione gratuita non è stata espressamente prevista nella convenzione (e potrebbe riguardare altre aree, non solo la caserma).
Così, quando è stata costruita la caserma, è nato il contenzioso per l’esproprio, che un Commissario Prefettizio ha cercato di risolvere promettendo al proprietario la permuta del suolo della caserma con suoli di Borgo Celano.
La permuta non è mai stata formalizzata ed il proprietario, così, ha iniziato l’azione legale per ottenere quanto promessogli.
La vicenda si complica perché il Comune ha ignorato, tra l’altro, che il suolo da permutare a Borgo Celano, e forse anche quello della Caserma, risulta demanio di uso civico arbitrariamente occupato: anche su questo, pertanto, è nato un contenzioso con tanto di spese legali.
La vicenda, come già detto, ha avuto un punto fermo con la sentenza del Tar del 2021, che non fa altro che confermare quello che la Regione Puglia aveva già detto nel 1975. Infatti, essa afferma: “il Comune resistente doveva necessariamente acquisire gratuitamente il suolo in quanto a ciò tenuto per legge”. Il TAR, quindi, non ha accolto le pretese del proprietario, il quale, ha prodotto appello al Consiglio di Stato.
Le spese legali, per i diversi contenziosi che ha comportato la vicenda, sostenute dal Comune finora, per quel che è dato sapere, ammontano a circa € 50.000,00, salvo complicazioni.
Questi soldi dei cittadini potevano essere risparmiati e spesi per ben altre utilità, se solo fosse stata rispettata la legge. Questi casi dovrebbero essere oggetto di riflessione da parte di tutti quelli che, in passerelle spesso ipocrite, chiedono a scuole, giovani, cittadini di impegnarsi per diffondere la cultura della legalità.
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