Don Luigi Zannotti, l’amico dei giovani

Nel 25° anniversario della morte viene ricordato, il 15 febbraio alle ore 18.30 presso la Chiesa di Sant’Antonio Abate, la figura di don Luigi Zannotti. Un volume, curato da Antonio Daniele, ne ripercorre la vita e l’azione pastorale.

di Luigi CIAVARELLA

Nato nel mese di giugno del 1915, quando in Europa già infuriava la prima guerra mondiale, e cresciuto in una famiglia numerosa (il padre, Antonio, fu un valente calzolaio e un fratello, Giuseppe, – che molti se lo ricordano – fu un bravo calciatore negli anni d’oro del calcio locale oltre ad  essere stato un ottimo falegname) don Luigi Zannotti è stato per tutta la vita il rettore della Chiesa del Trionfo del Purgatorio del nostro paese. La chiesa, costruita “tra le case della gente“, nel cuore di un quartiere popolare che prende il suo nome, “dove il confine tra la strada e la casa, tra giochi e altare” è molto labile, diventerà sin dal primo giorno, succeduto al rettore don Domenico Fabbricatore, il 12 marzo del 1956, la base della sua missione pastorale.

Ho incrociato don Luigi Zannotti nella mia vita diverse volte. La prima fu quando ricevetti da lui i primi rudimentali insegnamenti religiosi, il catechismo, le prime preghiere, etc. (in quella chiesa ho ricevuto il battesimo) essendo nato e cresciuto nel vicolo che guarda il frontale della Chiesa; la seconda, da grande, è legato al ricordo del suo arrivo tutte le mattine di buon’ora in ospedale, accompagnato da Angelo Maruzzi con la sua Fiat 600, per celebrare messa e amministrare i sacramenti ai degenti. Era una persona affabile, che trasmetteva fiducia. Spesso si intratteneva anche con noi invitandoci a partecipare alle funzioni religiose. La terza, abbastanza dolorosa, fu quando mi toccò riportarlo a casa con l’ambulanza un attimo prima che egli rendesse l’anima a Dio. Fu una serata piovosa di febbraio del 1998. Mi è rimasto il ricordo di quella stanzetta accogliente situata in una casa in corso Matteotti, piena di libri, allestita per accoglierlo, e quel lettino dove lo adagiammo amorevolmente.

Don Luigi, così come Antonio Daniele ben lo descrive sin dal titolo, fu effettivamente l’amico dei giovani giacché riponeva in essi molta stima e tanta fiducia. Si circondava spesso di adolescenti a cui cercava di educarli cristianamente formandoli attraverso l’insegnamento del Vangelo, la catechesi, la preghiera, (“a vederlo sembrava un novello san Giovanni Bosco” scrive l’Autore). Ma don Luigi è stato anche una persona molto caritatevole in un periodo in cui il paese aveva sacche di povertà molto estese. Non fu il solo, penso anche a don Matteo Nardella, altro gigante che come don Luigi si impegnò molto su questo fronte, malgrado gli ostacoli a cui entrambi dovettero far fronte.

Ma don Luigi Zannotti, proprio in virtù di questo amore per i giovani, istituì in paese una sezione del Circolo “Gioventù Italiana di Azione Cattolica” (GIAC, nata in origine a Bologna nel 1867) con gran dispendio di energia e non senza incontrare difficoltà (ma un primo benevole sostegno arrivò da parte del vescovo di Foggia, Mons. Farina) come ricorda l’avvocato Luigi Delle Vergini, che fu di questo benemerito sodalizio il primo presidente (il volume raccoglie molto altre significative testimonianze intorno alla vita di don Luigi).

Un circolo che poi avrà uno sviluppo considerevole nel tempo, il quale come spesso accade in questi casi sconfina anche nell’azione politica ma ha sempre tenuto al centro della propria missione il povero, il bisognoso e la preghiera. Un sodalizio che oggi guarda al beato Piergiorgio Frassati, scomparso precocemente a 24 anni nel 1925, considerato dalla Chiesa un pioniere dell’associazionismo cattolico, a cui è stato intestato un sentiero boschivo, il proprio percorso spirituale e il proprio avvenire pastorale. Proprio come lo avrebbe immaginato don Luigi Zannotti.

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