San Marco in Lamis, Venerdì Santo in pieno Coronavirus: assolto Michele Merla

“Il fatto non costituisce reato”. Con recente provvedimento, la Corte d’Appello di Bari ha assolto il sindaco di San Marco in Lamis, Michele Merla, al quale erano stati contestati i reati di “attentato alla salute pubblica e inosservanza degli obblighi di assembramento”. Lo si legge oggi sulle colonne di StatoQuotidiano.it in un articolo a firma del direttore Giuseppe De Filippo.

I fatti risalgono all’aprile 2020, quando, in pieno periodo di Covid e limitazioni governative, ci fu a San Marco in Lamis un raduno (non autorizzato) di oltre 200 persone all’esterno della chiesa “Addolorata” nella serata del Venerdì Santo, la maggior parte poi identificate e multate.

Con Merla furono indagati anche due Carabinieri, della Compagnia di San Giovanni Rotondo e della Stazione di San Marco in Lamis, ed il parroco don Matteo Ferro, tutti assolti in primo grado.

“Mi assumo la colpa di non aver avuto il coraggio di dire a don Matteo di interrompere il momento di preghiera. Non me la sono sentita, ma mi rendo conto, col senno di poi, di aver sbagliato. Ma avrei voluto interromperlo. Questa è la mia colpa e me la prendo”. Aveva detto Merla commentando i fatti.

L’arcivescovo della diocesi di Foggia, Vincenzo Pelvi, aveva stigmatizzato l’accaduto. Meraviglia non poco quanto avvenuto sul sagrato della chiesa Maria Santissima Addolorata in San Marco in Lamis, nella serata di venerdì 10 aprile, dove un momento di preghiera silenziosa, programmato per essere teletrasmesso, si è trasformato in manifestazione con partecipazione di popolo. Un atto grave perché da parte dei presenti è venuto meno il buon senso e la prudenza nel contribuire alla tutela della salute ed evitare un ulteriore estensione del contagio”.

In primo grado, il primo cittadino era stato condannato a 8 mesi di reclusione, ora l’assoluzione in Appello. Merla è stato difeso dall’avvocato Angelo Pio Gaggiano del Foro di Foggia.

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