San Giovanni Rotondo, vince Crisetti al ballottaggio con 2.601 voti di scarto

Capovolto il risultato del primo turno. Sovvertiti i pronostici della vigilia. Centrodestra sconfitto

Clamoroso risultato elettorale a San Giovanni Rotondo, città famosa in tutto il mondo per san Pio. Al ballottaggio di domenica scorsa Michele Crisetti del centrosinistra ha ribaltato tutti i pronostici della vigilia, annullando il robusto vantaggio del suo competitor del primo turno e conquistando lo scranno più alto di Palazzo di Città.

Per Giuseppe Mangiacotti, che partiva dal cospicuo vantaggio di ben 1.205 voti, un ko dolorosissimo quanto inaspettato. Crisetti non solo è riuscito a recuperare l’abissale distacco di partenza, ma è andato oltre, addirittura raddoppiando i consensi e arrivando a distanziare lo sfidante di ben 2.601 voti. Una pesante debacle elettorale per l’infermiere sindacalista.

Cifre che hanno dell’incredibile quelle uscite domenica notte dalle urne delle 26 sezioni, preludio alla lunga festa dei “crisettiani”: 7.371 (61,71%) preferenze per Crisetti (che ci provava per la seconda volta dopo il tonfo del 2011 e partiva da 4.805 del primo turno) e solo” 4.470 (39,29%) per Mangiacotti (che partiva da 6.710 dello scorso 26 maggio). In 15 giorni sono “spariti” migliaia di voti per Mangiacotti: 700 al primo turno (per effetto del voto disgiunto, 6.010 a 6.710) e addirittura 1.540 al secondo turno. Una emorragia continua, inarrestabile. Alla fine del ballottaggio il responso dell’elettorato è stato di una chiarezza disarmante: tra “continuità” e “discontinuità”, gli elettori hanno optato nettamente per la seconda offerta politica (viceversa al primo turno per la prima) avanzata dal docente oggi neo sindaco, rispetto a quella del 54enne infermiere sindacalista che invece chiedeva la conferma, il mantenimento dello “status quo”. Quest’ultimo in due settimane è passato da battistrada a inseguitore. Chi l’avrebbe mai detto.

Affluenza al 51,67%, in calo rispetto al primo turno, ma quasi in linea con il ballottaggio del 2016 (allora votò il 52,92%). L’odierna tornata elettorale segna inoltre uno spartiacque nella storia politica cittadina (vanno in pensione diversi esponenti politici di lungo corso) e conferma ancora una volta come la città di san Pio – elettoralmente parlando – vada spesso in controtendenza rispetto al trend nazionale. Da rilevare inoltre -dopo una prima disamina – i risultati asimmetrici dei due turni. Quasi fossero state giocate due partite diverse, con motivazioni politiche del voto opposti. Il primo turno ha largamente premiato Mangiacotti, il secondo ampiamente lo sfidante. Adesso, cercare una logica politica per giustificare questa strabica dinamica elettorale, non sarà facile per nessuno.

Nelle prime dichiarazioni a caldo i duellanti hanno posto l’accento su alcuni punti. Se Crisetti ha applaudito il gioco di squadra, lo sconfitto ha invece fatto autocritica, ammettendo che qualcosa non ha funzionato se la coalizione non ha saputo confermare nemmeno i voti del primo turno.

Questa la composizione della nuova assise che “abiterà” Palazzo San Francesco per i prossimi 5 anni (2019-2024). Sindaco Michele Crisetti. I dieci consiglieri comunali spettanti alla maggioranza (5 al Pd, 4 SGRPopolare e 1 Res) sono: Matteo Masciale, Michelantonio Fania, Antonio Colella, Mauro Pio Ciavarella, Lucia Mischitelli; Salvatore Ricciardi, Leonardo Maruzzi, Antonio Pio Cappucci, Domenico Gemma; e Gaetano Cusenza. I sei dell’opposizione: Giuseppe Mangiacotti (candidato sindaco), Marianna Natale (Lega), Nunzia Canistro (Fratelli d’Italia), Michele Centra (PdC), Giuseppe Miglionico (UdC) e Nunzia Palladino (candidato sindaco).

Francesco Trotta

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