Un disco, una storia: “Parigi addio”

Cerchiamo di scrivere qualcosa di interessante su una canzone quasi sconosciuta. È un esercizio di stile: improvvisiamo quasi. Naturalmente scrivo su una canzone che a me piace: ci mancherebbe che scrivessi su qualcosa che piace agli altri…

Quando ascoltai per la prima volta questo brano, pensai che lo stesse cantando Drupi: la voce era quella, lo stile pure; ma poi quando i d.j. delle radio locali presentavano il cantante, dicevano: Mino Vergnaghi. Era il 1978 e questo 45 giri era inserito, come tanti altri, nei juke-box, dove spesso il lato B del disco non era necessariamente cantato dallo stesso cantante del lato A, ma potevi trovarci, ad esempio “Imagine” di John Lennon(!?)

E spesso si aspettava, da ragazzini, che quelli più adulti, mettessero proprio “Parigi addio” al juke-box. Che puntualmente arrivava. È un lento che coinvolge, dondolando, soprattutto con la parte musicale con la fisarmonica, come elemento caratteristico dei Boulevards parigini. Vidi la copertina del disco appesa sulla vetrina del negozio di dischi da Pennisi, che come sempre ti faceva ascoltare qualche canzone, te ti mostrassi interessato.  

Non so se all’epoca fosse più facile di oggi avere successo in ambito musicale, è difficile stabilirlo; ma con questo brano Mino Vergnaghi di Trivero (Biella) che nel 1978 aveva 23 anni, si fece conoscere non poco, aiutato anche da Iva Zanicchi (diciamolo…), e pochi mesi dopo lo ritroviamo al festival di Sanremo 1979 con il brano “Amare”, e vince!!

Sinceramente è più coinvolgente “Parigi addio” di “Amare”, ma spesso la seconda volta ha più fortuna della prima!! E pochi mesi dopo, Mino Vergnaghi ce lo ritroviamo a San Marco (nel nostro paese!!) per la festa patronale di San Marco Evangelista. Da Parigi, a San Remo, a San Marco… mmmmh: brutto presentimento. Dopo di che, Mino sparisce: la casa discografica che lo lanciò, fallì.

Successivamente Mino Vergnaghi ha fatto parte dell’entourage di Zucchero, e poi nulla di più. Chissà se a volte il titolo di una canzone dove, magari, ci possono essere termini come “addio”, “mai”, “chissà”… possano portare male. Non lo sappiamo. Spesso la vita artistica viene decisa più dal caso che dalle capacità del singolo. Mino Vergnaghi non era male, e con più fortuna, adesso magari staremmo festeggiando il suo ventesimo album in studio. Chissà…

https://youtu.be/cqEQG0AZhPo

Mario Ciro CIAVARELLA AURELIO

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