A proposito del mercato settimanale…

Su facebook la riflessione di Antonio Daniele, componente dell’Azione Cattolica di San Marco in Lamis, circa la messa in sicurezza e lo spostamento in altra area del mercato settimanale.

«Abbiamo appreso dal sindacato degli ambulanti che il prossimo mercoledì si svolgerà regolarmente il mercato settimanale a S. Marco in Lamis. Vorrei offrire una mia riflessione sulla questione pur sapendo di essere sicuramente lacunosa perché non sono a piena conoscenza dei vari regolamenti che disciplinano la vita dei mercati settimanali. A scanso di equivoci e prima che mi inoltro nella riflessione, vorrei dare la mia solidarietà a questo comparto di lavoratori che sono stati messi a dura prova dalla pandemia. Una cosa, penso, possiamo concordare tutti. Il mercato così come si svolge non può essere materia di regolamentazione rimandabile. I motivi possono essere tanti.

Il primo è il luogo. Tutti i mercati settimanali, ormai, si svolgono fuori dal centro città. Basta fare un giro nei paesi limitrofi e ci accorgiamo che addirittura alcuni stanno proprio fuori città, vedi quello di Manfredonia. Così come si svolge il mercato a S. Marco, si mette a dura prova la stessa vita della comunità e la sua sicurezza.

Il secondo motivo è sicuramente il numero degli esercenti. Sono sproporzionati rispetto alla realtà demografica della città.

Il terzo motivo è il decoro del paese. Non ci si può nascondere dietro un dito che il mercoledì, appena finisce il mercato, la città è invasa di buste, cartoni e vario materiale che viene lasciato incustodito.

Un quarto motivo, in tempo di pandemia, è la sicurezza sanitaria. Così come è ubicato non si possono svolgere nessuna delle azioni che limitano l’accesso e l’entrata in sicurezza. In alcuni paesi ho visto che il mercato è stato circoscritto con transenne e la gente entra a piccoli gruppi e dopo che sia stata presa la temperatura da parte degli operatori della protezione civile.

Inoltre, il nostro mercato, svolgendosi nel pieno centro limita la stessa vita delle persone che del mercato, magari, non vogliono avere a che fare. Penso a chi si deve recare in farmacia, negli esercizi alimentari, negli uffici etc. È costretto ad entrare in contatto con tanta gente che va in giro, pur non volendo.

La sicurezza stradale è un altro aspetto importante. Da via La Piscopia in giù ci sono esercenti sulla strada, negli incroci, senza che venga chiusa al traffico nessuna di queste strade. Penso anche alle esigenze degli operatori che vi lavorano. Una cosa per tutti la mancanza di bagni adeguati. Certamente nessuno ha la soluzione nel cilindro del cappello. Bisogna mettersi insieme, lavoratori, amministrazione comunale, forze politiche, associazioni di categoria, associazioni che operano nella città, per cercare di trovare una soluzione a questo annoso problema che ci trasciniamo ormai da molti anni.

Comprendo che alla vigilia delle elezioni comunali, nessuno vuole sembrare impopolare con scelte che magari scontentano le persone. Però sono certo che ognuno, maggioranza e opposizione, commercianti e cittadini, vogliono offrire una soluzione ragionevole. Io provo a darne una e la offro alla riflessione di tutti.

Una prima soluzione potrebbe essere quella di spostare una parte del mercato davanti al piazzale del campo sportivo. Liberando Piazza Madonna delle Grazie, Via Europa, Piazza Oberdan, Via Roma e Via Pozzo Grande. Lascerei il viale di Via della Repubblica e Via Rosselli. Mettono in queste due vie solo commercianti che vendono cose di prima necessità. Penso agli ambulanti alimentari.

Una seconda soluzione potrebbe essere la cadenza del mercato. Non più settimanale, ma quindicinale. A S. Nicandro Garganico sono tantissimi anni che l’hanno adottata. Sono certo che ci sono altre soluzioni. Forse è giunto il momento che bisogna essere concreti e questo tempo di pandemia ci deve aiutare a prendere delle soluzioni adeguate che assicurano il lavoro per tutti gli esercenti e la giusta esigenza di tutti i cittadini», conclude l’attivista di AC.

Alle riflessioni di Antonio Daniele fanno eco i commenti dei cibernauti del luogo: «Purtroppo – scrive Michele Augello, esponente del movimento politico “San Marco Democratica” e membro della Protezione Civile provinciale  – tocca attuare un piano di emergenza e pianificare interventi di messa in sicurezza degli spazi. Il problema del mercato andava risolto già da tempo e, oltre alla rivisitazione degli spazi, va aggiornato l’elenco degli ambulanti attraverso un bando pubblico. Però in questo momento tocca agire per salvare il salvabile e garantire massima sicurezza ai cittadini. Chiudo con una domanda: ma i fondi per sistemare le aree antistanti il campo sportivo, non erano già a disposizione?».

«Intervento condivisibile – commenta a sua volta Vincenzo Villani -. A San Marco il mercato settimanale nelle condizioni attuali non è praticabile, ma sono scelte che si fanno ad inizio consiliatura», è il messaggio telegrafico dell’ex assessore.

Più articolato il contributo di idee rilasciato sul social dall’arch. Andrea Mastromauro, anche lui ex amministratore insieme all’attuale sindaco Merla durante il mandato di Michelangelo Lombardi: «Nell’ultima tornata elettorale delle regionali mi sono affiancato ad una lista elettorale, insieme all’avv. Antonio Turco e ad altre 500 persone, ad “Italia in comune”. Questa formazione politica ha e pone come visione di base, l’interesse per il territorio. Cioè l’interesse che dovrebbe avere ogni formazione politica, ma soprattutto lo dovrebbe avere l’amministrazione della città. E come formazione politica, ora presente sul territorio di S. Marco in Lamis, saremo presenti alle prossime amministrative, abbiamo inserito nella preparazione del nostro programma questo tipo di soluzione in merito al problema posto con diligenza da te Antonio! Noi abbiamo pensato, e come tecnico in gran parte già verificato su misure e su carta, di realizzare il mercato settimanale in un’area “contrada delle schiavonesche” (area alle spalle del Cimitero, ndr) dove l’orografia del terreno consentirebbe l’intervento giacché abbastanza pianeggiante, per almeno 200 piazzole regolamentari anche per la sicurezza. Inoltre, sempre nella stessa area, abbiamo pensato ad un ampliamento del cimitero, anch’esso verificato nell’area per un suo possibile inserimento. Per cui, per collegare quest’area, alla struttura urbana della città, basterebbe ampliare la strada fiancheggiante il perimetro sud del cimitero e la soluzione del problema, da te posto in evidenza, quant’anche l’altro annoso problema che sono i loculi cimiteriali, troverebbero una perentoria soluzione!».

Tranchant il commento di un altro utente: «Sono 20 anni che si parla del mercato non conferme ai canoni della sicurezza. E’ tempo perso in questo paese».

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