San Marco in Lamis, continua lo sversamento di rifiuti nella ex discarica comunale di Valle di Vituro

Lo denuncia su Facebook il Circolo Legambiente di San Marco in Lamis. Da sottolineare che la zona incriminata è ricca di attività pastorizie (vedi approfondimenti in calce all’articolo)

«Questa città ha un serio problema culturale, prima che ambientale, ci sono “individui” che non sanno cosa significhi far parte di una comunità o rispettare i beni e gli spazi comuni.

I rifiuti abbandonati in ogni dove, gli arredi urbani vandalizzati, il depauperamento del patrimonio arboreo pubblico e privato, parlano di una città che lentamente ogni giorno sembra arrendersi alla “bruttezza”e ad un ambiente malsano. Noi non ci stiamo!

Ci piacerebbe che un’onda di indignazione collettiva si sollevasse, sostenuta da tutti coloro che non vogliono rassegnarsi a questo degrado, perché lì dove non arrivano i controlli e le sanzioni, possono arrivare la condanna sociale e i buoni esempi.

Le iniziative che quotidianamente portiamo avanti e rendiamo pubbliche, attraverso i nostri canali social, non hanno la finalità di farci incassare encomi, ma quella di divulgare buoni esempi, replicabili da parte di tutti: adulti e bambini.

Sarebbe bello se ciascuno, nel proprio piccolo, ponesse in atto piccoli gesti di amore per la nostra città e li condividesse non per sentirsi dire grazie, ma per rendere virale “la bellezza”. Alla continua escalation di comportamenti incivili, potremmo opporre una rivoluzione gentile di buoni esempi. “Il cambiamento comincia da….. NOI!”».


L’EX DISCARICA VALLE DI VITURO, A 2 KM DAL CENTRO ABITATO DEL COMUNE DI SAN MARCO IN LAMIS (FG), HA UN’ESTENSIONE PARI A 20.000 MQ PER UN VOLUME PARI A 72MILA MC

Destinata al conferimento dei rifiuti inerti provenienti dallo stesso abitato grazie a tre ordinanze sindacali promulgate ai sensi dell’art. 13 del Decreto Ronchi in un arco di tempo compreso tra gli anni 1997 e 1999, la discarica è caratterizzata dalla presenza di un inghiottitoio naturale ormai colmato dai rifiuti. L’assenza di presidi ha portato alla formazione di un secondo corpo di discarica, e in entrambi si possono facilmente distinguere, oltre ai rifiuti inerti oggetto delle ordinanze emesse, la presenza di rifiuti (ingombranti, apparecchiature fuori uso, rifiuti solidi urbani) derivanti da pratiche di abbandono e/o da conferimenti avvenuti in epoca precedente alle ordinanze.

Il corpo della discarica, oltre a non essere dotato di opere di recinzione e sistemazione finale e a non essere stato interessato da alcun intervento di messa in sicurezza, non presenta alcuna opera di presidio ambientale.

In particolare le attività di smaltimento sono state condotte senza adottare alcun presidio anti-inquinamento e non hanno previsto la realizzazione di opere fondamentali come:

  • Impermeabilizzazione naturale del fondo della discarica attraverso la deposizione di argilla costipata in modo da conseguire una permeabilità inferiore a 10-7 cm/s;
  • Impermeabilizzazione artificiale del fondo e delle pareti della discarica attraverso la stesura di un telo in polietilene ad alta densità (H.D.P.E.);
  • Sistema di captazione del biogas e/o recupero energetico e/o sistema di combustione in loco mediante l’impiego di torce, mantenute in esercizio, anche dopo la chiusura della discarica, per un periodo di tempo stabilito dall’autorità competente al momento del rilascio della autorizzazione e per un periodo stabilito in fase di concessione all’esercizio della discarica;
  • Sistemazione finale e recupero dell’area adibita a stoccaggio dei rifiuti mediante copertura finale con materiale impermeabilizzante di spessore opportuno atto a prevenire le infiltrazioni di acque meteoriche nel corpo dei rifiuti;
  • Piano di sistemazione e recupero dell’area.

L’inadeguatezza dei presidi anti-inquinamento adottati implica, nonostante la dismissione di tutte le attività di smaltimento nel sito risalente a circa 20 anni fa, la sussistenza di un concreto rischio di inquinamento per l’ambiente circostante. Soprattutto in considerazione del fatto che i rifiuti hanno colmato un inghiottitoio naturale che costituisce una via di comunicazione preferenziale con la falda sottostante, che inquina in pianura gli insediamenti agricoli, principalmente uliveti.

Inoltre la presenza di scarti in decomposizione favorisce la dispersione in atmosfera di una miscela che si compone di diverse tipologie di sostanze allo stato gassoso.

Da considerare inoltre la presenza di attività pastorizie. 

Approfondimenti:

relazione bonifica Legambiente

– Valle Vituro

(fonte: changeclimatechange.it)

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