San Marco in Lamis, oggi la Commissione consiliare sul Piano estinzione dei debiti

Nota a cura del Movimento 5 Stelle

«La situazione finanziaria del Comune impone una dovuta attenzione alle problematiche emerse dalla procedura di liquidazione.

Come segnalato nei verbali dell’organo, l’attività straordinaria è stata rallentata non solo a seguito delle criticità strutturali evidenziate, ma anche da carente documentazione, supporto collaborativo non adeguato dell’apparato burocratico, spesso con difficoltà dialogative, e con attestazioni a volte non attendibili e non congrue, bisognose di essere continuamente verificate attraverso supplementi di istruttoria da parte dello stesso Organo.

La risoluzione delle annose questioni espropriative che il Comune ha in corso da parecchi decenni, per le quali sono stati già pagati alcuni milioni di euro (si veda la gestione politica-amministrativa degli amministratori pro-tempore), e soprattutto, come rappresentato dall’organo straordinario, le travagliate e sofferte questioni relative ai fondi delle gestioni vincolate (Piano sociale di Zona e gli usi civici), oltre alle risolte pendenze con l’Inps per i versamenti dei contribuiti previdenziali (eventi sismici del 2002), devono essere affrontate nelle sedi opportune e allo stesso rappresentate ai cittadini.

Pertanto, attesa la complessità della questione e vista la necessità di approfondire con la giusta determinazione il piano di estinzione dei debiti redatto dall’OSL, tenendo conto dei valori della massa attiva e passiva nonché della conseguenziale proposta di riparto (differenza tra massa attiva e passiva), si è ritenuto necessario convocare, alle ore 17,30 di oggi, la commissione bilancio per valutare la reale consistenza finanziaria dell’Ente al termine della procedura di liquidazione di dissesto.

Particolare importanza riveste la situazione debitoria scaturita dai fondi vincolati del Piano sociale di zona (ambito territoriale di San Marco in Lamis) che pare abbia pesantemente determinato il dissesto dell’Ente. Gli stessi sono stati considerati debiti NON privilegiati e pertanto soggetti alla liquidazione di una somma variabile tra il 40 ed il 60 per cento (così come previsto dall’art. 258 del TUOEL) e per i quali è stata avanzata proposta di transazione non accettata dal Coordinamento istituzionale. Ricordo che il credito riconoscibile ammonta a oltre 4.000.000,00 di Euro e che la proposta di transazione è stata formulata per Euro 2.477.924,75, ovvero il 60% del credito riconoscibile. Tenuto conto che la proposta transattiva non è stata accettata, l’organo ha accantonato la somma di Euro 2.064.437,30, pari al 50% del valore del debito, così come prevede il citato art. 258 e come risulta dalle deliberazioni e dal piano di estinzione dei debiti.

E’ chiaro che la definizione della problematica incide fortemente sulla liquidazione dell’Ente ed in particolare sulla differenza positiva evidenziata dal piano di riparto, che ricordo non deve essere fonte di ottimismo sullo stato finanziario del Comune da parte del Sindaco e della giunta, vantandosi di avere una cospicua disponibilità finanziaria per far fronte ai quei debiti, emersi durante le loro precedenti amministrazioni comunali, che hanno fortemente determinato il dissesto.

Occorre contestualmente porsi delle domande, che spero avranno le giuste risposte, fondate, mi auguro, sulle valide ragioni economiche e sull’interesse da salvaguardare, ovvero quali sono le motivazioni che hanno determinato la mancata accettazione della proposta da parte dell’ambito di San Marco in Lamis, ovvero da parte del nostro stesso Sindaco (quale presidente pro-tempore del Coordinamento Istituzionale), il quale passa la palla alla Regione, pur sapendo che le uniche direttive da osservare sono quelle del Ministero dell’Interno, e quindi le norme che regolano la procedura straordinaria di liquidazione.

Si invita ad una profonda riflessione; l’ipotetica differenza positiva può essere utilizzata per far fronte ad altre necessità cui il Comune è chiamato a risolvere, tenendo conto che il nostro Comune dovrà pagare un mutuo acceso per la procedura semplificata, che può essere anche utilizzato per la gestione ordinaria e non necessariamente restituito al termine della procedura.

Essendo state accantonate le somme per i debiti di cui non è stata accettata la transazione, tenendo presente il principio di buono andamento della pubblica amministrazione e, soprattutto, osservando la giusta prudenza, occorre considerare con la dovuta attenzione il valore nominale e iniziale del debito, come allo stesso tempo occorre tenere in debito conto quei debiti esclusi dalla liquidazione perché privi di idonea documentazione probatoria (sì, proprio così).

Evitiamo, pertanto, proclami sulla rilevante e fuorviante disponibilità finanziaria, ovvero che ci possiamo permettere di pagare i debiti nonostante la procedura straordinaria di liquidazione, conserviamo quel cauto ottimismo fino al termine della procedura, diversamente gli stessi cittadini che ci hanno eletti vengono illusi, nei cui confronti e nel loro esclusivo interesse deve essere svolta la nostra azione istituzionale. A seguire i dovuti aggiornamenti».

Articoli correlati:

Print Friendly, PDF & Email