Commemorazione dell’omicidio di Mafia dei Fratelli Luciani alla presenza di don Ciotti.

di Antonio Del Vecchio

Sono passati esattamente 4 anni dall’omicidio di Mafia dei fratelli Aurelio e Luigi Luciani. Oggi commemorazione alla Stazione di San Marco in Lamis con don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera (foto di apertura di Pasquale Gatta).

Il silenzio è l’alleato principale delle mafie.

La Mafia, ovviamente, così come l’anti-Mafia, non è né di destra né di sinistra. La delinquenza non può avere colore politico, tant’è che colore non ha, se non quello nero della morte. E’ il pensiero comune dei partecipanti di questa mattina alla commemorazione in ricordo dei fratelli Luciani, che ha avuto luogo presso l’ex-stazione ferroviaria di San Marco in Lamis, alle pendici del Gargano. Presente all’appuntamento, altre al sindaco della città Michele Merla e ad altri esponenti delle istituzioni e delle forze dell’ordine, anche il presidente dell’associazione Libera, don Luigi Ciotti.

“La quotidianità deve vederci più attenti e responsabili. Il diritto alla verità è fondamentale, è fondamentale sapere perché altrimenti rimangono nubi di silenzi e di verità nascoste. Ma voi lo sapete bene e molti sanno bene che le verità passeggiano per le vie della Capitanata” – è quanto riferito da don Luigi Ciotti durante uno dei suoi interventi in ricordo dei due agricoltori sammarchesi uccisi 4 anni fa per aver assistito per caso ad una esecuzione di Mafia (l’uccisione di Mario Romito, boss manfredoniano e cognato del capo clan Matteo De Palma.

“Luigi e Aurelio sono morti ma noi dobbiamo essere più vivi, con la memoria che ci sfida, ci sfida tutti ad avere più responsabilità e impegno. C’è tanta omertà – ha denunciato il sacerdote anti-Mafia -. Mi auguro che tutti diventiamo immuni al virus ma non alle responsabilità”.

E non è tutto, per il presidente di Libera “è sacrosanto il diritto alla verità” e serve combattere “lo scandalo dei mezzi silenzi, delle zone di ombra che continuano nel nostro Paese a esserci; c’è solo una strage di cui si conosce la verità: piazza della loggia, Brescia. Delle altre non si conosce la verità l’80 per cento dei familiari delle vittime innocenti della criminalità mafiose non conosce la verità o ne conosce solo una parte. Abbiamo bisogno di cambiamenti veri, non di adattamenti”.

Don Ciotti è stato emblematico ed è riuscito a non dare una visione politica dell’accaduto.

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