Elezioni comunali, torna il manifesto selvaggio

Non votare chi sporca la città con manifesti abusivi

Mancano pochi giorni alle elezioni amministrative e già San Marco in Lamis sta cambiando aspetto. Peccato che lo faccia in peggio, trasformandosi, come ad ogni tornata elettorale, in una città ancora più sciatta del normale, con manifesti affissi nei posti più impensabili (a breve galleria fotografica): dai muri delle periferie alle pensiline degli autobus, senza tralasciare l’esterno delle abitazioni private e perfino sulle rocce che costeggiano la strada provinciale che da Borgo Celano conduce a Foggia. “Le vacche podoliche e la capre non votano”, ha fatto ironicamente notare qualcuno sui social.

Ma il fenomeno è abbastanza trasversale, così come testimoniano gli scatti che impazzano sulle app di messaggistica istantanea, ma che a dire il vero riguardano soprattutto figure istituzionali ancora in carica. Personaggi che prima si dicono paladini dell’ambiente, del decoro urbano e della legalità – principi che comunque dovrebbero stare a cuore a tutti i candidati – ma che nei fatti sono i primi a non rispettare.

Altrettanto antipatica è la pratica di strappare i manifesti dell’avversario. «I metodi. A questo deve guardare la gente. Vi piace che ad amministrarvi ci siano persone che calpestato i vostri diritti? I vostri diritti, avete capito. Il diritto di poter scegliere serenamente il vostro futuro sindaco senza dover assistere a scene pietose e irrispettose, come questa! Gente che si spaventa di un manifesto che coraggio può avere nell’amministrare una citta!?», ha sbottato la civica “Bene Comune” di Tiziano Paragone.

E a proposito di esempi: attenti a non parcheggiare sugli stalli riservati ai diversamente abili, oltre a violare il codice della strada si rischia una figuraccia che potrebbe costare qualche voto. L’occhio digitale dei cittadini non perdona.

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