IRA – Iosonouncane (2021)

di Nicola Maria Spagnoli

Non sono stato indotto dalle numerose e sempre eccellenti recensioni sulle riviste e sui siti di questo nuovo, attesissimo, lavoro di Iacopo Incani, in arte Iosonouncane ma dalla conoscenza che già ne avevo fin dal suo primo disco La Macarena su Roma, del 2010, disco che avevo recensito sulle riviste e che avevo trovato estremamente curioso e nuovo rispetto al panorama nazionale.

Iniziamo dalle origini, nato nel 1983 in un minuscolo paesino dell’Iglesiente, naturalmente parliamo della Sardegna, dopo le superiori eccolo a Bologna per l’Università come tanti giovani che nel nostro Paese si trasferiscono nelle grandi città per lavorare o studiare o per tutte e due le cose. Infatti lo troviamo anche in un call-center per alcuni anni e membro al contempo di un gruppo rock emergente ma con scarsa produzione e visibilità, gli Adharma fino al 2008, in cui inizia ad elaborare il suo primo disco pubblicando intanto sei tracce come Primo Pacchetto Telematico Gratuito che, almeno come nome, ricorda l’Albergo Intergalattico Spaziale del primo Battiato. E appunto al Battiato di Fetus e Pollution aggiornati nonché, ma di più, a quello di Sulle corde di Aries e Clic! che questo lavoro si collega, molto più del precedente disco osannato da tutta la critica discografica e ritenuto, a ragione, una vera pietra miliare della nuova musica, parliamo di DIE del 2015, ma per i risvolti etnici troverei assonanze anche con il capolavoro Passion di Peter Gabriel e con Vernal Equinox del mitico Jon Hassell.

Naturalmente non c’è solo avanguardia, c’è anche e soprattutto ricerca, c’è jazz, c’è elettronica nei lunghi, complessi, 17 brani di questo lavoro colossale, ci sono i testi, politici anziché no, cantanti in svariate lingue (italiano, inglese, francese, spagnolo, arabo e altro!) per, dicevamo, una visione allargata ad un ambito internazionale e tale è il suo tour in atto. Un lavoro che si deve…digerire per orecchie abituate alla canzonetta o al semplice indiepop nostrano e che si eleva di molte spanne su tutte le novità che abbiamo sentito in questo secolo, compresi naturalmente i fin troppo osannati exploit rockkeggianti sanremesi. Naturalmente non basta un ascolto o due o tre ma è necessario farne tanti ed è difficile segnalare fra tanta grazia il brano migliore o i migliori, comunque proponiamo di seguito, da youtube, quello che consideriamo più accessibile e per di più cantato, tanto per fornire un assaggino, trattasi di Hiver che fra l’altro ha lo stesso titolo di un sublime brano di Battiato da Juke-box del ‘78. Infine una doverosa menzione alla particolare confezione del prodotto, decisamente minimalista, ovvero la copertina che perfino all’interno e con le buste dei dischi si presenta completamente in veste, simbolica, dark, nonché per l’immagine sfocata in copertina in cui si intravede un nudo su sfondo nero che non può non ricordare, anche, come grafica s’intende, un altro capolavoro l’album d’esordio dei Joe Division.


 

Print Friendly, PDF & Email