San Marco in Lamis, ecco i presepi artistici esposti nella chiesa di Santa Chiara

Una Mostra raccoglie nella chiesa di Santa Chiara di San Marco in Lamis i presepi artistici di una decina di Autori. La si può visitare tutti i giorni dalle ore 18 alle 20,30

di Luigi Ciavarella

Una ritrovata timida apertura, sopraggiunta dopo le rigide restrizioni imposte dalla pandemia (le cui regole, seppure attenuate, sono tuttavia ancora in vigore), consente al paese di realizzare alcuni eventi soprattutto quelli di natura artistica/culturale che fanno un po’ da cornice in questi giorni che precedono il Natale.

In questo senso la mostra dei presepi, in corso nella chiesa di Santa Chiara, rappresenta uno dei momenti più affascinanti perché investe la creatività, la passione, il talento di un buon numero di artisti sammarchesi che, invitati da Grazia Galante, promotrice della Rassegna, ad allestire una mostra collettiva, non hanno fatto mancare il loro contributo in termini di presenza con l’esposizione dei loro preziosi manufatti ricavandone un’attenzione da parte dei visitatori superiore ad ogni aspettativa.

Ed ecco che i vari scenari della Natività, i luoghi sacri della tradizione, immaginati dagli artisti con dovizia di particolari, allineati l’uno di fianco all’altro lungo una tavolata che copre l’intero perimetro della chiesa (più alcuni altri manufatti sistemati sulla parete vicino all’altare) si aprono per la gioia degli occhi di chi li guarda. Sono casette, piccole e grandi, che incantano per la loro seducente bellezza, ma vi sono anche piccole oasi, scalinate pittoresche e persino un minuscolo presepio collocato all’interno di un lampione, composto con certosina pazienza da Matteo Merla. Suo anche uno dei presepi più belli raffigurante un angolo di paese d’altri tempi dove vi appaiono una scalinata che ricorda sin dalla targa opposta sulla parete il nostro “Scalone” e una piazzetta antistante ricca di molti particolari.

Poi scorgiamo, subito dopo, il focolare familiare idealizzato da Lino Guerrieri, una rappresentazione quasi scenografica della vita che si svolge su due piani intorno alla Natività; oppure da ammirare il bel paesaggio nordico, innevato, con le case a punta allestito da Leonardo Gualano, che fa da contorno alla capanna illuminata. Di Leonardo vi è pure un altro presepio di taglio più classico dove la natività è posta sulla sommità di una piccola scalinata attorniato dai resti di un tempio antico. Di Luigi Villani si coglie invece aria di casa nostra. Infatti quella scalinata bianca d’accesso, così ben congegnata, sembra essere una delle tante che possiamo trovare nel nostro paese. Un riferimento che rafforza l’idea di presepio contadino dove, accanto alla luminosa casa del Gesù Bambino, troviamo anche un pozzo e persino un traino.

Giovanni Di Vincenzo invece ha preferito rendere armoniosa la scena del presepio. Infatti vi troviamo un gregge di pecore, un asino con carretto, e diversi pastori davanti ad una casa su due piani. Molto belli i particolari e il gioco delle luci interne. Singolare il presepio di Matteo Ferro, semplice e maestoso dove il tutto è realizzato all’interno di un tempietto sorretto da quattro colonne. L’altra sua opera invece ha tutt’altro spessore. Vi troviamo un paesaggio molto ben accogliente, affollato di persone e animali, formato anche qui da una capanna e da un grumo di case. Il presepio di Arcangela Cursio è il più originale e creativo di tutti. I personaggi sono tanti, colorati, diversi per fattura rispetto agli altri, e il simbolo della natività ha la forma sgargiante di piccole sagome colorate. Come pure l’opera prodotta dai Ragazzi di San Bernardino interessante anche per la presenza in scena, tenera e nostalgica, della figura stilizzata di don Matteo Nardella, un sacerdote di quella chiesa molto amato dai suoi parrocchiani.

Distante dal gruppo fa bella mostra il maestoso bianco presepio di Angelo Bonfitto, che egli ha realizzato durante l’esilio casalingo della prima ondata pandemica. L’autore ne spiega il significato in un messaggio allegato al suo manufatto, che per dimensione è il più grande di tutti. Costruito su due piani, collegati da una maestosa scalinata, vi appaiono sullo sfondo sia il Papa che Padre Pio, a cui l’autore, molto devoto, chiede un aiuto spirituale.

Poste davanti all’altare vi troviamo un presepio a sagome a grandezza naturale, disegnato da Antonella Scarano che creano un certo effetto visivo al visitatore ed anche qualche curiosità per via delle due figure a noi familiari che, collegate ai lati della natività, raffigurano la massaia sammarchese con “lu parrozze” sul capo, e una ragazza giovane che, richiamando una celebre poesia di Joseph Tusiani, (“Lu cummente”) ne riproduce il verso.

Confuso nel mucchio ci accorgiamo anche del profilo della nostra Chiesa Madre ricostruita rispettosamente e un piccolo presepio di una semplicità disarmante che suscita molta simpatia, dove sullo stesso piano troviamo allineati la chiesa delle Grazie, l’Arco e la palazzina della Sita, quasi uno scatto fotografico della piazza elaborato dai ragazzi dei Cantieri di Innovazione Sociale.

L’ingegno, il talento e la creatività unita alla passione sono doti che il sammarchese ha sempre posseduto e coltivato, e questa collezione di presepi artistici, unici e memorabili, ne danno testimonianza concreta. Sono piccoli capolavori che suscitano ammirazione e rispetto. Ed è questa l’ennesima dimostrazione di quanto sia innata in noi l’amore per la tradizione, la sua bellezza, il calore. Ed è soprattutto questa l’immagine che noi dobbiamo trasmettere al mondo.

Complimenti a tutti!


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