Il Parco Nazionale del Gargano senza consiglio direttivo da quasi due anni

È braccio di ferro sulle nomine tra comunità dei sindaci e ministero

di Francesco Trotta

Continua il braccio di ferro tra Monte Sant’Angelo e Roma, tra Comunità del Parco (che raggruppa i 18 sindaci del promontorio dell’area protetta più l’ente regione e l’ente provincia) e Ministero della Transizione Ecologica. Si è ormai a “chi la dura la vince”. E va avanti da quasi un biennio. Il pomo della discordia? Sempre quello: le designazioni dei quattro sindaci, già effettuate tempo addietro, tra gli otto componenti del consiglio direttivo dell’ente. E sulle quali invece Roma nicchia e tarda ad inviare l’ok definitivo.

Va da sé se nel frattempo sono trascorsi, a vuoto, la bellezza di ben 21 mesi e a Monte Sant’Angelo, suo malgrado, Pasquale Pazienza, il prof universitario in carica alla presidenza dal 7 agosto 2019, è costretto a fare “l’uomo solo al comando”. A tanti altri piacerebbe, ma a lui no. Il presidente della Comunità del Parco Rocco di Brina nel tentativo di sbrogliare la ingarbugliata matassa e accelerare i tempi (ormai diventati biblici) ha finanche scritto una lettera a novembre scorso a Cingolani. Una lettera di protesta. Di recente anche un sollecito informale. Ma finora nessuna risposta.

Va a tal proposito ricordato che l’organismo (una sorta di giunta esecutiva) chiamato a verificare – attraverso il Presidente – la rispondenza dei risultati della gestione amministrativa alle direttive generali impartite, a Monte Sant’Angelo in via Sant’Antonio Abate (sede dell’ente) risulta scaduto da quasi due lunghissimi anni. Per la precisione dal 6 giugno 2020. Da allora è solo una scatola vuota che attende di essere riempita dai suoi otto componenti. Oltre ai 4 sindaci, ci sono altre 4 figure, espressione ognuna delle associazioni ambientaliste, del ministero ex Ambiente, delle Politiche Agricole e dell’Ispra. A dire la verità le quattro caselle spettanti alla rappresentanza della comunità del Parco sono state riempite già 15 mesi fa. Per la precisione il 21 dicembre 2020. Ma purtroppo sono le nomine che ancora non arrivano.

I quattro sindaci indicati allora rispondono ai nomi di Michele Merla, sindaco di San Marco in Lamis; Michele Sementino, collega di Vico del Gargano; Luigi di Fiore di Rignano Garganico e Claudio Costanzucci di Cagnano Varano, quest’ultimo successivamente sostituito, a gennaio 2021, da Rossella Falcone, vice sindaca di Vieste con delega al Turismo, dopo che da Roma era stata evidenziata la necessità di osservare la parità di genere in Consiglio. Trattasi, tra l’altro, della prima volta di una donna nel direttivo del Parco. Ma a riprova che di questi tempi tra Monte Sant’Angelo e Roma vi è scarso feeling, lo scorso 7 luglio 2021 il ministero ha chiesto al Parco chiarimenti sui criteri adottati per la designazione dei quattro, precisando che gli stessi devono essere individuati, in base alla legge 394/91 art. 9 comma 4 “tra esperti particolarmente qualificati in materia di aree protette e biodiversità.”

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