Isole Tremiti, elezioni amministrative: è sfida aperta tra Fentini e Calabrese

Fentini in sella da 10 anni se la deve vedere con uno scalpitante Calabrese, lo storico sindaco, che manca da Palazzo di Città da 11. Nel mito di Diomede l’inedito duello elettorale per la conquista delle Tremiti. I due – che insieme sommano 133 anni- mai si sono sfidati 

di Francesco Trotta

Le Isole Tremiti? “Non è un paese per giovani”: la gara elettorale per la conquista di Palazzo di Città in programma il prossimo 12 giugno vede ai nastri di partenza (almeno finora) due (quasi) settantenni. Ma si preannuncia comunque avvincente. E sapete perché? Perché a distanza di 11 anni c’è il ritorno in pista del “leggendario” Peppino Calabrese (68 anni), uno dei sindaci storici dell’arcipelago diomedeo. Un’icona delle cinque isole, un personaggio che con l’arcipelago ha stretto un rapporto così ancestrale che se a qualcuno dici “Tremiti” quello ti risponde “Peppino Calabrese”, caso unico e raro di “totale sovrapposizione nonché massima identificazione” tra un paese ed il suo più noto abitante. Nell’immaginario collettivo Tremiti e Peppino Calabrese sono “un tutt’uno”, pappa e ciccia come suol dirsi. Per la serie “a volte ritornano” dunque sarà lui a contendere lo scettro di primo cittadino all’attuale sindaco, il sessantacinquenne Antonio Fentini. Il quale proviene da due mandati consecutivi (è in sella ininterrottamente dal 2012). Fentini punta al tris e si candida perché per i piccoli centri abitati non c’è nessun limite ai due mandati sindacali già espletati. Calabrese da Palazzo di Città manca invece da un bel po’, precisamente dal 25 febbraio 2011, vale a dire da 11 anni. Più di due lustri fa …. Insomma una “vita”. E non vede l’ora di rientrare. Stavolta però dalla porta principale, dopo essere stato scaraventato fuori con un colpo di mano dalla finestra. I due, Fentini e Calabrese, non si sono mai incrociati sul ring elettorale: trattasi quindi di “una prima volta”, di un test inedito.

QUANDO CALABRESE CADDE PERCHÉ NON NEGÒ L’AMICIZIA CON IL LEADER LIBICO GHEDDAFI. Era un venerdì, quel 25 febbraio 2011, quando rimbalzò dall’arcipelago diomedeo la clamorosa notizia della sfiducia a Peppino Calabrese. A farlo capitolare le contestuali dimissioni di 7 consiglieri (4 di maggioranza e tre di opposizione) su 12, depositate presso un notaio di Termoli. In quel travagliato periodo per la Libia, Gheddafi (ucciso brutalmente il successivo 20 ottobre durante la rivolta libica che pose fine a 42 anni di dittatura) era sulle prime pagine di tutti i giornali del mondo. E non certo per nobili motivi. A Calabrese lo buttarono giù ufficialmente per protesta. Una protesta bypartisan, almeno a dar retta alle firme sia di membri di maggioranza che opposizione. La causa? Proprio quel legame. Anche se lui ha sempre sostenuto il contrario: “Quella su Gheddafi è una bugia. Quale Gheddafi. In gioco altri interessi” spiegò sempre in quella circostanza. A rafforzare il legame tra Calabrese ed il dittatore libico fu la decisione del primo di costruire, quando era sindaco, sull’isola di San Nicola un sacrario libico, inaugurato il 26 ottobre 2006, in cui sono seppelliti i resti di circa 400 libici morti lì per un’epidemia di tifo petecchiale dopo lo sbarco tra il 1911 e il 1912. Gheddafi apprezzò molto.

PREMIATO PER IL MAUSOLEO LIBICO. Per quel gesto Calabrese fu anche premiato agli inizi del 2016 a Taranto dalle Associazioni “PaoloZayd – Costruttori di Pace” e “Salam ONG”, il Centro Interculturale Nelson Mandela di Taranto, lo Sprar di Martina Franca e l’Ordine dei Medici, Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Taranto che organizzarono un Convegno “Una vita per l’accoglienza – per il diritto a una degna sepoltura. Premio a Peppino Calabrese” con lo scopo di valorizzare e premiare l’importante gesto di civiltà e integrazione compiuto dal sindaco emerito delle Tremiti (dal 1984 al 2004) Peppino Calabrese “che ha fortemente voluto la costruzione presso l’Isola di San Nicola di un sepolcro monumentale dedicato a 437 deportati libici.”

IL CASO PIANOSA CHE CONQUISTO’ LE PRIME PAGINE DI TUTTI I GIORNALI NAZIONALI. Ve lo ricordate il clamoroso caso dell’isola di Pianosa messa in vendita al prezzo di 10 milioni di euro perché la Regione Puglia aveva chiuso i rubinetti e Calabrese pensò di fare cassa mettendo all’asta l’isolotto disabitato, oggi oggetto di una bonifica dei fondali infestati da ordigni bellici risalenti alla seconda guerra mondiale? Era la primavera del 2009. Fu una grande operazione-provocazione di marketing territoriale. Ne parlarono quasi tutti i grandi giornali nazionali. “La mia non è solo una provocazione, devo far quadrare il bilancio — sostenne all’epoca — mi sono rivolto alla Regione Puglia perché mi aiutasse a risolvere i problemi delle Tremiti, ma quando ho chiesto finanziamenti mi hanno risposto picche”. E allora? “Mi vendo Pianosa”. Come andò a finire? Come era scontato che finisse: chiacchiere al vento. Ma in compenso il battage mediatico fu talmente rumoroso, chiassoso che sulle Tremiti si accesero i riflettori di tutto il mondo.  

IL RITORNO. “L’amore per la mia terra e per le mie isole mi ha spinto a rimettermi in gioco”. Sono le motivazioni alla base del ritorno in pista di Calabrese, molto fiducioso sull’esito finale delle elezioni. “Corro per vincere” il suo motto. L’indomito “corsaro delle Tremiti” all’Immediato ha rilasciato una intervista nella quale ha sciorinato una sorta di personale manifesto programmatico: “Ora è ufficiale, sarò io a sfidare l’attuale sindaco. Bisogna ristabilire l’aggregazione tra gli isolani, riaprire le scuole elementari e medie visto che negli ultimi anni c’è stato un incremento di nascite sull’arcipelago, va realizzato il riordino della marineria e quello sanitario. Oggi l’isola è in totale stato di abbandono, non c’è una valida guida politica. Tremiti meno pugliese? Ma no, spesso sento dire queste fesserie. Noi siamo pugliesi e tali vorremmo rimanere. A noi chi ci fa mangiare è la Regione Puglia. La Regione ci ha messo a disposizione un servizio elicotteri all’avanguardia che ci permette di raggiungere in poco tempo la terra ferma, un buon servizio sanitario. Un altro mio sogno è vedere ripristinare il collegamento marittimo Manfredonia-Tremiti con una nave veloce, e poi quello aereo con l’elicottero. Manfredonia, per noi tremitesi è il punto di riferimento commerciale e istituzionale”.

CHIEDE CONTINUITA’ E PUNTA AL TRIS ANTONIO FENTINI, IL SINDACO IMPRENDITORE. Fentini (gestore di un Hotel a San Domino) divenne sindaco per la prima volta nel maggio 2012 (si votò il 6 e 7) ovvero un anno e due mesi dopo la tumultuosa caduta di Calabrese del 25 febbraio 2011 quando lo sfiduciarono in Consiglio Comunale (come commissario prefettizio subentrò Carmela Palumbo per 14 mesi). Fentini, con la lista civica “Voltare Pagina per le Tremiti” ottenne 204 voti corrispondente al 53,26 percento dei 383 voti validi per le elezioni comunali a sindaco. Superò abbondantemente la lista di Renato Cafiero fermo al 37,07%. A seguire Annalisa Lisci (9,39%) e Antonio Matrella con un solo voto. Lo stesso Fentini venne riconfermato il 13 e 14 aprile del 2017 con la lista civica “Un Giorno nuovo”. L’affluenza definitiva fu dell’85,43%, in flessione rispetto alle elezioni precedenti: 89,17%. Fentini bissò con un sontuoso 68%, distanziando gli sfidanti Basso Martella, Lista Civica – Patto Per Tremiti fermo al 27,6% e Arturo Santoro, Lista Civica – Tremiti Libera inchiodato ad un magro 4,4%. Ed oggi, all’insegna della continuità, chiede la riconferma per la terza volta. Ci riuscirà? Stando alle carte consultate (a partire dal 1988) mai nessuno è riuscito nell’impresa alle Tremiti di fare per tre volte consecutive il sindaco.  

ANCHE FENTINI SPERIMENTO’ LA SFIDUCIA IN CONSIGLIO COMUNALE. Era il 19 febbraio 2017, quindi a pochissimo dal termine naturale della consiliatura: si dimisero 4 consiglieri. Una crisi che preannunciò la sfida elettorale qualche mese dopo tra Fentini e Martella, vinta dal primo. A firmare in quella occasione furono il vice sindaco Basso Martella, il presidente del consiglio comunale Mario Cafiero e i consiglieri Giuseppe Santoro della maggioranza e Renato Cafiero della minoranza.

I 20 MILIONI DEL MIBACT PER IL RILANCIO DELLE TREMITI …E LE POLEMICHE. Oggi l’arcipelago diomedeo è un immenso cantiere aperto. Per “spendere” i 20 milioni ricevuti dal Ministero sono stati aperti ben 16 cantieri. Ma non mancano le polemiche, tanto che è stato annunciato l’arrivo del ministro Franceschini per la fine dei lavori. Mentre dal Comune rimarcano “che tutte le opere in corso si stanno realizzando seguendo le normative, seguendo le direttive della soprintendenza e con l’onestà intellettuale dei nostri tecnici”.

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