No al trasferimento in altri canili, scatta la petizione: «Salviamo il rifugio di Antonietta Torelli e i suoi 150 cani liberi»
Che questa amministrazione fosse poco animal friendly lo si era capito da tempo. A supporto di questa tesi è il post pubblicato pochi giorni fa su Facebook da Antonietta Torelli (e ripreso anche da questo sito), con il quale la volontaria animalista ha reso note le intenzioni del Comune di San Marco in Lamis. E cioè di spostare in uno o più canili (forse a San Severo) i circa 150 cani che attualmente vivono liberi su un terreno privato, fuori dal centro abitato (per cui il Comune paga un’indennità mensile al proprietario). Contrariamente a quanto accade oggi, se il “trasloco “andasse in porto, i cani verrebbero trasportati come pacchi postali, rinchiusi in gabbie di pochi metri quadrati e condannati alla pazzia.
Il tutto alla modica cifra di 205mila euro all’anno, contro i circa 20mila euro attualmente liquidati all’associazione Arca di Noè di Antonietta Torelli (appena 1600 euro al mese per curare e dare da mangiare ai cani in custodia).
A questo punto però la domanda sorge spontanea: «Non sarebbe meglio individuare un terreno di proprietà del Comune di San Marco in Lamis e adeguarlo – con i 185mila euro in più di differenza – agli standard sanitari richiesti dalla legge, invece di sborsare, ogni anno, tutti quei soldi a favore di un’associazione di un altro comune?»
Intanto, per tenere alta l’attenzione sul tema, gli amanti degli amici a quattro zampe si sono mobilitati con una petizione pubblicata sulla nota piattaforma web Change.org. Ecco il testo e il link per votare:
«Antonietta Torelli è una volontaria della provincia di Foggia che da anni accudisce 150 cani in totale libertà. Si è sempre gestita da sola facendo sterilizzare tutti i cani curandoli e tenendoli al massimo senza box-gabbie. Da lei non ci sono cani fobici. Da alcune settimane le è stato comunicato dal sindaco dott Michele Merla di aver deciso di trasferire tutti i cani in altri canili dentro dei box facendo così tornare indietro i cani da liberi a segregati in gabbie senza visibilità perché l’unico interesse è solamente economico. Antonietta sta facendo il possibile ma ha bisogno del nostro aiuto per salvare dal baratro i suoi amati 150 cani. Firmiamo».