Uomini e Tori

Il fondo stradale non vuole saperne nulla di quello che sta per accadere: uomini contro tori. È spettatore muto e sofferente di tutto ciò che gli crollerà addosso tra poco. E per otto giorni. Per pochi minuti per otto giorni, dal 7 al 14 Luglio di ogni anno. Per glorificare un santo: Firmino di Amiens, nato però a Pamplona in Spagna; dove è conservata una reliquia del santo, dopo la decapitazione.

E i tori di tutto questo non sanno nulla!! Lo sanno gli uomini, che percuotono e uccidono i tori durante gli encierros, una corrida fatta in strada, che poi sfociare in un’arena, dove i tori saranno uccisi. Non prima di aver corso lungo le strade principali di Pamplona. Spinti dalle urla dei corridori che precedono e seguono sei buoi e otto tori.

È una corsa che non ha un senso: si corre per non essere infilzati e trascinati dall’orda dei tori, e si ricorrono i tori per percuoterli e farli smarrire, tra due ali di folla di toreri improvvisati. Alla fine gli uomini vincono sempre: sono di più. Poche volte i tori ne uccidono qualcuno, di uomini: purtroppo.

Si corre per far arrivare prima la morte: una vita al contrario. Non si teme la morte, ma quasi la si desidera: quella del toro è sicuro; e che qualcuno possa morire ucciso dai tori, è una sfida. È un misto di desiderio e paura. Le strade laterali al percorso sono bloccate: la via è solo quella, e percorsa sia dagli uomini che dai tori. Come quando si nasce e si muore: la via è quella. Come un assurdo destino che non ti dà possibilità di deviare, di cercare strade alternative a quel percorso già destinato.

Un unico e lungo Senso Unico, come quando un cartello stradale è messo lì giusto per non farti sbagliare strada. Il percorso di Pamplona dedicato a San Firmino, è una Via Crucis laica, senza fermate, anche se qualcuno dei corridori cerca di fermarsi o di scavalcare le transenne. Una Via Dolorosa che nessun cristo è stato costretto a percorrere, ma sono tanti uomini liberi che sfidano il caso e tutto ciò che gli gira intorno. Una “manovra sbagliata” di un toro può costare la vita anche ai più corridori, come una caduta di un uomo che corre tra la folla, gli può costare la vita.

La paura. Anche i tori in questa inutile corsa hanno paura. Non solo gli uomini. È una paura che non sanno quando finirà: nessuno gli ha detto che prima o poi la corsa finirà e si ritroveranno dentro un’arena, dove saranno uccisi. I tori non hanno coscienza, intesa come “capitolo finale”. Ma hanno quella coscienza innata che permette loro di capire che tra tori e uomini le differenze sono tante.

I tori vivono secondo natura: gli uomini chissà!! Chissà: qualcuno riesca a spiegare ai tori il perchè della presenza degli uomini sulla terra. Chissà! Qualcuno riesca a spiegare ai tori perchè gli uomini rompono spesso e volentieri i coglioni al resto del creato. Chissà!! Qualcuno riesca a convincere i tori che quello che viene fatto è desiderato da San Firmino.  Chissà!!

È un evento che non ha vincitori: i tori perdono sempre poiché vengono sempre uccisi, e gli uomini non vincono nemmeno loro perché non si rendono conto di aver “vinto” facendo un qualcosa che in natura non esiste.

https://youtu.be/rGIm4vEUhNw

Mario Ciro CIAVARELLA AURELIO

Print Friendly, PDF & Email