Anche Rignano piange la morte di Marco, giovane forte e coraggioso!

di Tonino DEL VECCHIO.

Accolta con grande costernazione la scomparsa del giovane Marco, a Rignano Garganico. Si è spento, dopo una strenua lotta contro il male oscuro, nella sua abitazione di Foggia, attorniato dai suoi famigliari. I funerali si sono tenuti nella Chiesa di San Filippo Neri, in città. Marco, 40 anni, era originario del paese, sia per aver abitato la sua famiglia al ‘Palazzo’, per alcuni anni della sua fanciullezza trascorsa con la mamma, il papà e il fratello. Dopo la famiglia si era trasferita in quel di San Giovanni Rotondo. Ma non per questo si erano persi i contatti o erano venuti meno l’affetto e la stima della gente. Qui, l’estate l’intera famiglia di origine trascorreva le vacanze assieme alla nonna di lui, Maria, deceduta quasi centenaria, pochi anni or sono.

Ed è da allora che il Palazzo tace, perché quasi tutti i suoi componenti si sono trasferiti, creando e coltivando ‘storie’ ed affetti in altri luoghi. Molti ricordano la scomparsa improvvisa di un altro suo giovane componente. Il riferimento è allo zio di lui, venuto meno in fondo al lago, poco più che ventenne. Chi scrive, ricorda che la ‘disgrazia’ accadde durante una torrida estate del ’60. Pare nel mese di luglio. A dare allora la notizia al gruppo degli amici e compagni, impegnati per gli esami di riparazione in quel di San Marco in Lamis, fu la sorella dell’interessato, emigrato poco prima per lavoro al Nord.

Era un bel giovane, conteso dalle donne e dagli amici, per la sua maschia bellezza e simpatia. Ne soffrii tantissimo, perché con lui, mio coetaneo, avevo trascorso, oltre alla fanciullezza presso la contigua scuola materna, anche il periodo delle scuole elementari e poi dell’adolescenza e dei primi amori. L’evento mi colpì assai, tanto da rimanere incollato al Palazzo per un intero mese, facendo compagnia al padre e nonno di Marco, bello ed aitante come lui e gli altri nipoti maschi o femmine che siano. Come me tanti altri ne convennero. Il lutto collettivo durò a lungo.

Ed è per questo che questa nuova disgrazia ha scosso l’intera comunità, a prescindere dal fatto della conoscenza diretta o meno del congiunto or ora scomparso. La Direzione e Redazione della presente testata, esprime alla moglie, ai figli Noemi e Giulio, ai genitori Maria Rosaria e Giulio (storico locale e patito di P. Pio), al fratello Antonio e gentile consorte, alle zie Vincenzina e Sira, e ai cugini tutti, la sua estrema ed avvertita vicinanza. Addio, Marco, resterai per sempre nei nostri cuori!

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