San Marco in Lamis, lettera aperta di un operatore sanitario: «Spettacolo agghiacciante»

Riceviamo e pubblichiamo

Caro don Matteo, caro sindaco, care Forze dell’Ordine,
ieri sera mi sono sentito ferito e offeso, come devoto della Madonna Addolorata, come cittadino sammarchese, rispettoso del lavoro di quanti, sempre, si prodigano per la salvaguardia della nostra sicurezza.

Lo spettacolo cui ho assistito, tramite i social, del rito del venerdì santo, offerto alla presenza di un numero cospicuo di fedeli (quanti erano?) è stato agghiacciante. Sono stato ferito, pensando alle vittime di questa “guerra” contro il nemico invisibile, del cui numero preciso invece ogni giorno ci viene dato conto a testimonianza della gravità del momento.

Sono stato offeso, come operatore sanitario, per lo scarso valore che viene dato al lavoro di quanti si impegnano nell’affrontare questa emergenza in prima linea, “in trincea”, talora a scapito della propria stessa vita.

Ebbene ieri sera si è pensato che “lo spettacolo deve continuare”, soprassedendo a quello che era lo stesso spirito del venerdì santo a S. Marco in Lamis. E’ proprio in questi momenti che questo spirito doveva essere rinfocolato, nella partecipazione al dolore di tante famiglie, come al dolore di una Madre per la morte del proprio Figlio.

A tale scopo, bastava un rito più sobrio e con un effetto ben più toccante e partecipativo, da fare rigorosamente a porte chiuse, ma in diretta streaming, alla presenza del solo parroco e del solo sindaco, davanti alla sola Madonna. E vi assicuro: in quel momento non sareste stati “soli”!

Una considerazione: un tempo, nei momenti difficili per una comunità, si riuniva, per prendere eventuali decisioni, un comitato cittadino, presenti il sindaco,il curato, il comandante dei carabinieri e altre autorità tra cui il medico condotto e il farmacista del paese. Ebbene, vi sarete chiesti perché ieri sera, medici e farmacisti latitavano?! Erano in tutt’altre faccende affaccendati.

Mi è costato parecchio scrivere queste righe, perché non è mio solito fare ricorso a media e autorità. Ma l’amarezza è massima.

Spero che quanto successo ieri sera non abbia conseguenze, lo potremo sapere solo tra qualche settimana, quando si snocciolerà il numero dei positivi, tirando un grosso respiro di sollievo, in caso di numeri confortanti, oppure, in caso contrario, recitando un “mea culpa” grosso quanto la Piazza S. Pietro a Roma, vuota ieri sera nello stesso momento.

Restiamo a casa!

Un sammarchese con l’Addolorata nel cuore.

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