San Marco in Lamis presa d’assalto dai venditori abusivi di frutta e verdura, protestano i regolari: «Intervenire con fermezza»

Da un lato il “muro contro muro” con gli ambulanti per la questione dello spostamento del mercato settimanale, dall’altro l’assoluta tolleranza con gli abusivi che ormai proliferano in paese. Da tempo ormai, ma del tutto inutilmente, i commercianti regolari di San Marco in Lamis lamentano l’assenza di controlli e l’abbandono in cui versa l’intero settore.

Difatti, non è certo una novità l’assalto cui è sottoposto l’intero territorio comunale da parte dei venditori irregolari che occupano, nei modi che più li aggrada e a proprio piacimento, le zone più trafficate dell’abitato: una su tutte la centralissima Piazza Europa con il suo Arco – che tanto si vuole valorizzare – ma che, nei fatti, versa in una situazione di totale abbandono e disinteresse.  

Come non è un bel vedere osservare ogni mattina automezzi carichi di frutta e verdura (ultimamente si è aggiunto anche un furgone di presunte mozzarelle di “bufala” campana) invadere l’intera circonferenza della piazza e causare rallentamenti al traffico per via degli acquirenti, autori di soste irregolari e “fantasiose”.

Si ha ragione di pensare che tali operatori siano non solo del tutto privi di autorizzazione amministrativa e dei requisiti igienico-sanitari, ma anche del tutto sconosciuti al fisco.

Da qui le proteste dei commercianti in regola con la legge: «Paghiamo di tutto. Smaltimento e raccolta rifiuti, occupazione del suolo pubblico, siamo sottoposti ad ogni tipo di controllo e francamente viene un po’ di rabbia quando le istituzioni si girano dall’altra parte o accampano scuse come quella di non avere vigili urbani. Si intervenga con più fermezza. Basta con i soliti palliativi (multe che non pagherà nessuno) per dare quella parvenza di legalità che in realtà dura meno di un istante. Si vada oltre. Esiste, se veramente si vuole fare sul serio, il daspo urbano, ovvero l’allontanamento fisico del trasgressore dalla città e dall’intero territorio comunale», è l’accorato appello degli esercenti alle istituzioni del posto.

 

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