A proposito della settimana corta al “Balilla”

Sull’adozione della settimana corta all’Istituto Comprensivo “Balilla”, come è noto ci sono state, e ci sono, polemiche e richieste di spiegazioni, da parte delle famiglie soprattutto, che vengono rivolte anche alla nostra Redazione.

Così, con l’aiuto di un esperto, abbiamo visionato la deliberazione del Consiglio di Istituto (vedi allegato) e l’abbiamo confrontata con la legislazione in merito e con quanto molti hanno fatto rilevare, anche sui social, circa la sua opportunità e legittimità.

In verità, abbiamo cercato sul sito della scuola anche quella del Collegio dei Docenti, che dovrebbe essere più importante, ma non l’abbiamo trovata.

Quello che subito risalta è che il Dirigente Scolastico, in tale delibera, si richiama al DPR 275/99 per giustificare il suo operato.

Per quello, però, che ci è dato sapere, proprio l’articolo che riguarda il cosiddetto POF (Piano dell’Offerta Formativa) è stato novellato (con modifiche soprattutto sui tempi e sulle procedure di adozione) dalla Legge 107/2015, la cosiddetta “Buona Scuola” (vedi altro allegato).

Come mai, ci chiediamo e chiediamo, non è stata considerata questa normativa che chiaramente collega l’autonomia, anche “organizzativa”, al cosiddetto PTOF (Piano Triennale dell’Offerta Formativa)?

Come si sa, è stato sollevato qualche dubbio sull’adozione di questi atti,  che prevedono, tra l’altro, il coinvolgimento sostanziale (e non solo di cornice) degli enti locali, poiché l’approvazione di tale documento fondamentale, ed identificativo delle diverse istituzioni scolastiche, deve riflettere “le esigenze del contesto culturale, sociale ed economico della realtà locale” e, per farlo, “il dirigente scolastico promuove i necessari rapporti con gli enti locali e con le diverse realtà istituzionali, culturali, sociali ed economiche operanti nel territorio” e “tiene altresì conto delle proposte e dei pareri formulati dagli organismi e dalle associazioni dei genitori”.

Quindi, da quel che ci è dato capire, l’autonomia, anche organizzativa, deve corrispondere ad esigenze soprattutto didattiche.

E, se così è, non basta che il Dirigente Scolastico affermi che la settimana corta è l’unico ritrovato per “intervenire su alcune criticità”. Se così fosse, basterebbe dire al Ministro di imporre in tutte le scuole la settimana corta.

La settimana corta, insieme evidentemente ad altre scelte di “autonomia”, può contribuire anche a migliorare le cose, vista in una prospettiva più ampia, però. In ogni caso, poi, bisogna rispettare le procedure (“Il piano è elaborato dal collegio dei docenti sulla base degli indirizzi per le attività della scuola e delle scelte di gestione e di amministrazione definiti dal dirigente scolastico. Il piano è approvato dal consiglio d’istituto) ed i tempi (entro il mese di ottobre dell’anno scolastico precedente al triennio di riferimento;  Il piano può essere rivisto annualmente entro il mese di ottobre”).

Ed è chiaro che tali tempi e procedure (“piena trasparenza e pubblicità dei piani triennali dell’offerta formativa, che sono pubblicati nel Portale unico di cui al comma 136. Sono altresì ivi pubblicate tempestivamente eventuali revisioni del piano triennale”) devono essere garantite “al fine di permettere una valutazione comparativa da parte degli studenti e delle famiglie” al momento dell’iscrizione.

In questo modo, però, ad anno scolastico iniziato e ad iscrizioni già avvenute, non ci pare che il diritto delle famiglie sia rispettato.

Allegati:

  1. DPR 275
  2. Verbale C. I. Balilla
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