San Marco in Lamis, gente in fila per i buoni spesa: «Garantire privacy e trasparenza»

Cittadini in difficoltà economica in fila (in bella vista) sul viale, in pieno centro a San Marco in Lamis, per il ritiro dei Buoni Spesa messi a disposizione dal Governo centrale e distribuiti dal Comune. In molti a denti stretti hanno avuto da ridire: polemiche, per il momento, veicolate sulle chat di messaggistica istantanea circa una presunta violazione della privacy e di quel minimo sindacale del rispetto della persona.

Per la distribuzione dei “Buoni Spesa” il Comune ha identificato come sede gli uffici dei Servizi Sociali ubicati nella palazzina del Centro Anziani “Michele Ceddia”, nella centralissima Piazza Madonna delle Grazie. Il tutto, spesso, sotto la sorveglianza attiva delle forze dell’ordine, intenti a far rispettare il divieto di assembramento e la distanza di sicurezza.

«Il primo giorno –  segnalano alcuni  – la fila arrivava addirittura fino al bar “La Rotonda”. Margini di miglioramento però esistono e sarebbe giusto attuarli (prendere in considerazione, ad esempio, la consegna dei buoni a domicilio)».

Il disappunto, in sostanza, è questo, e per la verità non circoscritto alla sola cittadina garganica, tant’è che scene del genere si sono viste in più parti d’Italia: «Le persone che devono ritirare i buoni si trovano private di quel minimo di privacy che bisognerebbe garantire a chi, trovandosi in un momento di difficoltà, potrebbe non gradire di far sapere a tutto il paese le sue condizioni».

Ma le proteste non si fermano qui. Ad affrontare la questione è anche il consigliere comunale Alessio Villani, per conto del gruppo di opposizione “Moderati per San Marco”: «Una situazione imbarazzante e delicata per gli aventi diritto: avevamo chiesto all’amministrazione di adottare qualsiasi azione per salvaguardare la dignità del cittadino – argomenta Villani -, costretto, suo malgrado, a dover far ricorso a misure di sostegno al reddito per far fronte alla già difficile situazione economica, oggi ancor di più compromessa dalla crisi sanitaria».

Poi aggiunge: «Allo stesso tempo, durante la riunione dei capigruppo, richiesta dalla minoranza e tenutasi in videoconferenza, “last minute e per mero adempimento di circostanza”, come consiglieri comunali, assieme ai colleghi Ruggieri e Coco, specificammo che l’amministrazione doveva fare di tutto per garantire massima riservatezza e altrettanta trasparenza sull’operato e dare priorità per coloro che non hanno ricevuto altri contributi pubblici (RdC, Rei, Naspi, indennità di mobilità, e altre forme di sostegno previste a livello locale o regionale), partendo dai nuclei seguiti dai servizi sociali, a rischio e in stato di bisogno».

Infine conclude: «In merito alla riservatezza, visto ciò che sta accadendo, ho forti riserve, che però spero di colmare quando approfondiremo i report-rendiconto sull’utilizzo delle risorse, come promesso dal Sindaco!»

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