Napoleone Cera: «Per i medici di base il contagio non vale come infortunio»

“Oltre al danno anche la beffa”. Lo riferisce in una nota l’ex consigliere regionale Napoleone Cera

«Un Paese civile difende chi è in prima linea contro questo maledetto virus!

Scorrendo l’articolo de la Repubblica ho visto l’immagine di Costantino Ciavarella, medico di Famiglia e Sindaco di San Nicandro Garganico.

Purtroppo Costantino non c’è più e ha contratto il virus durante la visita domiciliare a una paziente anziana.

Ma sapete che ai Medici di base che contraggono il covid durante l’esercizio della loro attività professionale non è riconosciuto l’infortunio sul lavoro?

Molti sono deceduti, proprio come Costantino, ma questo vulnus normativo non permette loro e alle proprie famiglie di vedere tutelata la professionalità e il grande impegno che hanno nel curare i pazienti.

A questo si aggiunge la beffa! Non essendo riconosciuto l’infortunio sul lavoro anche gli Istituti assicurativi o di credito non lo riconoscono come tale, pertanto il fatto di essere in possesso di polizze private non è una garanzia per l’assicurato.

A meno che non si apra un sinistro che diventerebbe una cosa inopportuna per la famiglia o per il medico.

Ma c’è qualcosa in più che proprio non scende, e che riguarda il “Decreto Cura Italia” che sancisce l’infezione da Covid come infortunio sul lavoro per i lavoratori dipendenti ma mette fuori i liberi professionisti come i Medici di famiglia».

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