Ex discarica comunale di Coppe Casarinelli: una bomba ecologica ancora da disinnescare
Una bomba ecologica ancora da disinnescare. Il riferimento è alla ex discarica comunale di Valle di Vituro sita in località Coppe Casarinelli. L’immondezzaio, nonostante sia formalmente chiuso da decenni, continua ad essere interessato dal fenomeno dell’abbandono indiscriminato di rifiuti: eternit, materiale edile di risulta, copertoni, vetro, elettrodomestici e tanto altro ancora. Lo sanno bene gli amanti delle passeggiate all’aria aperta che, ogni qualvolta decidono di percorrere i numerosi sentieri che si stagliano nelle valli limitrofe o lungo la strada asfaltata che da Coppe Casarinelli porta a Borgo Celano, sono costretti ad imbattersi in uno scempio ambientale alimentato dall’inciviltà e dalla totale assenza di controlli.
Nel cuore della discarica, sotto una sottile coltre di terreno, riposano da oltre vent’anni vere e proprie colline di rifiuti urbani indifferenziati i quali con il passare del tempo – oltre ad avere ostruito un inghiottitoio naturale – hanno compromesso la falda acquifera sottostante «inquinando gli insediamenti agricoli presenti in pianura, principalmente uliveti» (vedi relazione Legambiente già pubblicata su questo sito). A ciò va aggiunto la presenza di numerosi allevamenti di ovini e bovini, “indotti” a brucare l’erba che cresce rigogliosa sul terreno contaminato poiché il sito non è stato mai dotato di recinzione.
Situazione, quella dell’immondezzaio, che potrebbe terminare con l’opera di bonifica e messa in sicurezza finanziata dalla Regione Puglia con 8 milioni e mezzo di euro, soldi assegnati nel 2021 al comune di San Marco in Lamis. Il tutto, annunciò all’epoca il sindaco Michele Merla, avverrà «attraverso la realizzazione di opere in grado di isolare ed impermeabilizzare il corpo rifiuti e di garantire la protezione dell’ambiente e della salute pubblica, ovvero di rimozione dei rifiuti quale sorgente primaria ancora potenzialmente in grado di contaminare il territorio circostante». Ma, a quasi due anni dalla notizia, i lavori veri e propri non sono ancora iniziati, in attesa dell’esito in ordine «all’affidamento congiunto della progettazione e dell’esecuzione dei lavori relativi all’intervento», avviso pubblicato sull’albo pretorio il 20 dicembre del 2022.
Il rischio, “gufa” oggi qualcuno dall’opposizione, è «di sforare i tempi e di conseguenza restituire il finanziamento alla Regione. Non sarebbe il caso di accelerare l’iter, per portare a compimento almeno questa opera, e vigilare affinché termini l’odiosa pratica dell’abbandono incontrollato di rifiuti? Anche perché stiamo parlando di un territorio ricco di storia (grotte, arco di San Michele, insediamento dell’età del bronzo della vicina Chiancata la Civita, ecc.) in grado di contribuire all’obiettivo che, sulla carta, si è posta l’amministrazione comunale, ovvero “di ripensare il margine urbano della città quale opportunità strategica sia da un punto di vista urbanistico che per lo sviluppo socio economico della città” (cit. progetto da 1 milione di euro per la rigenerazione urbana del percorso naturalistico della Pinetina di Borgo Celano).